DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Marina di Pietrasanta, giornali anche a domicilio. E il chiosco diventa fai-da-te

Quando Mila Malavasi si assenta per le consegne lascia ai clienti una cassetta per pagare. Ma le spese aumentano e la storica edicola di Fiumetto rischia di chiudere

Mila Malavasi con i giornali e la cassetta esposti sul retro del chioscoion

Mila Malavasi con i giornali e la cassetta esposti sul retro del chioscoion

Marina di Pietrasanta, 19 luglio 2024 – Tre parole. "Servitevi da soli". I primi clienti quasi non ci credevano. Davanti a loro una vetrina con diversi giornali e la cassetta dove lasciare gli spiccioli, incorniciata dalle tre parole. Che sono sì un invito ad acquistare i giornali, ma anche una richiesta spassionata affinché prevalga l’onestà. E da tre anni, da quando Mila Malavasi ha preso in gestione la storica edicola (e piccola libreria) in piazza D’Annunzio a Fiumetto, succede proprio così. Nell’ora in cui lei deve assentarsi per le consegne, più o meno tra le 7 e le 8, i clienti aprono la vetrina sul retro del chiosco, lato Massa, si servono e pagano il dovuto. Quando Mila ritorna al chiosco la cassetta contiene il corrispettivo esatto della vendita dei giornali ed è sempre al suo posto: nessuno si azzarda a rubarla.

Ci vuole coraggio a fidarsi.

"Lo faccio per sopravvivere. Oltre all’affitto ai proprietari, che per fortuna mi vengono incontro, verso anche 2mila euro di suolo pubblico al Comune, che invece rimane sordo alle mie richieste di sostegno. Non posso mica aumentare il prezzo dei giornali, ma di questo passo rischio di dover chiudere".

Per fortuna trova sempre la cassetta piena di spiccioli.

"La gente mi chiede come faccio ad avere fiducia negli altri. Rispondo che voglio credere nel prossimo e che bisogna coltivare sempre i buoni valori. I conti tornano, ma ancor prima contano i rapporti con le persone, che sono la cosa più importante. Prima mettevo la cassetta solo in inverno, ma quest’estate sono da sola e dovendo fare le consegne non ho altra scelta se voglio continuare a dare un servizio e ad avere degli introiti".

Quanto potrà andare avanti?

"Le attività come le nostre devono sopravvivere, invece siamo abbandonati. Venivo a Fiumetto da piccola con i nonni, poi 10 anni fa ho lasciato Milano e mi sono stabilita qui. Lavoro 12 ore al giorno e appena posso promuovo iniziative come la raccolta di vestiti e coperte nei giorni in cui scoppiò la guerra in Ucraina. Se un giorno fossi costretta a chiudere sarebbe un dispiacere enorme. Questo è anche un punto di incontro e discussione, spesso si formano capannelli di persone che non si conoscevano e che si confrontano. Meritiamo più sostegno".