Viareggio (Lucca), 16 dicembre 2024 – Battaglia legale tra un marittimo viareggino e Pier Silvio Berlusconi con la prevista sfilata di testimoni tra volti tv e personaggi da gossip. Finirà infatti in Cassazione la causa avviata nel 2020 da Giacomo Canale, 47enne, nei confronti dell’ad di Mediaset: la richiesta nei confronti del figlio del Cavaliere è di oltre 500mila euro di retribuzioni non versate e contratti non adeguati. Canale, iscritto dal 1996 nel compartimento della gente di mare della capitaneria di Viareggio, per oltre tredici anni ha lavorato al servizio della famiglia Berlusconi, sugli yacht privati e nella residenza del castello di Paraggi in provincia di Genova dove Berlusconi vive con la compagna Silvia Toffanin e i figli. Il 47enne viareggino ha rivendicato il pagamento delle somme retributive dal 2010 “per le ore di lavoro straordinario, i notturni domenicali e festivi nonché le giornate di riposo compensativo non pagate nei periodi in cui lavorava sette giorni su sette”. Oltretutto con giustificazioni di incarico “che non contemplavano le sue effettive mansioni”.
I rapporti tra Canale e i Berlusconi nascono nel 1994 per un caso fortuito: un elemento di bordo del “Principessa vai via” di Silvio Berlusconi ha un infortunio e deve essere rimpiazzato. Così uno steward contatta il giovane viareggino allora diciassettenne per quell’ingaggio alla corte del Cavaliere che lo confermerà per le stagioni successive, fino alla vendita della barca all’amministratore di Banca Mediolanum Ennio Doris. Ma a fine marzo 2007 ecco la nuova chiamata, stavolta per lo yacht Suegno del figlio Pier Silvio “che ricordava positivamente le capacità lavorative del ricorrente nel corso del lavoro con il padre, tanto da farlo contattare per proporlo sull’imbarcazione”. Canale infatti ha stretto un rapporto così fiduciario con il proprio datore di lavoro da prestare servizio successivamente, dal 2010 al 2018, in modo costante e pressoché assoluto nel castello di Paraggi per l’intera famiglia di Pier Silvio Berlusconi.
Nei giorni scorsi il giudice della Corte d’Appello di Genova (dopo una serie di udienze a porte aperte) ha annullato il contratto conciliatorio che l’amministrazione di Milano aveva fatto firmare a Canale in una sede considerata dal giudice “non adeguata”. Di conseguenza, il giudice di secondo grado ha dichiarato nullo tale contratto che puntava a concludere in via bonaria la faccenda. Ora Canale potrà proseguire la causa in Cassazione per tutelare i propri diritti, assistito dall’avvocato Claudio Lalli. “Durante l’udienza – conferma l’avvocato Lalli – saranno chiamati a testimoniare numerosi collaboratori personali, compresa la scorta dell’amministratore di Mediaset”.
Francesca Navari