
Il tributo a tutte le maschere dell’accoppiata super vincente Icilio Sadun e Lelio Maffei compie 100 anni. L’anno scorso si è celebrato il centenario della Coppa di champagne, al secolo “Il Carnevale a Viareggio”, sempre firmato da Sadun (compositore) e Maffei (paroliere). Quest’anno è l’anno di “Maschereide”: un inno al Carnevale di cui abbiamo parlato con Gianluca Cucchiar, storico autore della Canzonetta (della Burlamacco ‘81) che ha firmato “Come un coriandolo”, nominata nel 2000 la canzone del secolo, e tante hit come “Trionfo dell’amore”, che ha aperto il corso domenica scorsa perché parla di pace contro la guerra.
"Il maggior pregio di Maschereide - commenta Cucchiar - è che mette subito allegria. T’immagini le maschere che arrivano sul lungomare e si mettono a ballare. Maschereide è un sei ottavi, come la mie “Come un Coriandolo” e “Sulle ali di una gabbiano”, il ritmo con cui viaggiano quasi tutte le canzoni del Carnevale, escluse quelle del Barghetti e poche altre. E’ un cult di Burlamacco e la canzone mi sembra tutt’altro che triste".
Come fa ad essere così attuale?
"Introduce l’essenza del Carnevale, l’allegria, e la introduce bene. E’ un evergreen intramontabile".
La coppia Sadun-Maffei ha spopolato negli anni ‘20.
"Sadun è il classico della canzone del Carnevale, lo andarono a cercare perché Puccini si rifiutò e consiglio questo amico e musicista che apprezzava molto. Comunque, all’epoca, c’erano anche altri nomi importanti come la Marchionni, Giuseppe Giorgi detto “Noce”, Umberto Boni “Cravache”".
Da Maschereide ad oggi come è cambiata la musica di Burlamacco?
"E’ cambiata molto poco, sono subentrati altri ritmi come il samba, la disco music. Ma il cliché rimane il sei ottavi, il ritmo ideale per la nostra musica".
Quali sono le tue canzoni preferite, escluso le tue?
"“Risorgi ancor più bella” di Sadun e Guidi (“Carnevale quando arrivi che bellezza...”) per la melodia, “Musica vola via” del Lami perché è una bellissima tarantella, molto poetica, e “Quest’è Viareggio” (“Un nido d’amor...”) che mi fa vedere i carri che si muovono”".
Come mai hai smesso?
"Perché è finita “La canzonetta dei rioni”, la mia epoca era quella. Ho chiuso vincendo nel 2005 con una canzone scritta per Egisto, “Olivi“. Poi sono venuti fuori i Carnevalari con il loro Festival e quindi ho detto basta, lasciamo spazio ai giovani”. Dario Pecchia