Mattarella abbraccia Viareggio: "La sicurezza nei trasporti prevalga su qualsiasi logica di profitto"

La città ricorda la strage alla stazione e accoglie il messaggio del presidente della Repubblica "Controlli più efficaci e crescita generale di consapevolezza. E’ una lezione che mai deve essere dimenticata".

Mattarella abbraccia Viareggio: "La sicurezza nei trasporti prevalga su qualsiasi logica di profitto"

Mattarella abbraccia Viareggio: "La sicurezza nei trasporti prevalga su qualsiasi logica di profitto"

Un unico grande abbraccio. Quello con cui la città di Viareggio ha stretto i familiari delle vittime del disastro ferroviario. Come ogni 29 giugno. Da 15 anni a questa parte per sostenere il cammino verso verità, giustizia e sicurezza. Un abbraccio virtuale a cui ieri si è unito anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "La sicurezza nei trasporti, come quella sul lavoro è un indicatore di civiltà che deve prevalere su qualsiasi logica di profitto, perché incide sulla vita delle persone. È questa una lezione che mai deve essere dimenticata". Una sottolineatura forte da parte del Presidente che ha ricordato che "la notte del 29 giugno 2009, Viareggio venne ferita dalle conseguenze di un disastro ferroviario che, oggi come allora, ci appare inaccettabile. Le immagini e la memoria di quella tragedia restano incancellabili. Nel quindicesimo anniversario, la Repubblica – assicura il Capo dello Stato – è vicina ai familiari che videro i loro cari inaspettatamente strappati alla vita e che, nel dolore, seppero avviare un percorso civile per accertare le responsabilità di quanto accaduto e per promuovere, ovunque, maggiore sicurezza nei trasporti".

Un deciso cambio di direzione, rispetto a 11 anni fa, quando – nel novembre del 2013 – alla vigili dell’inizio del processo, questo stesso Stato decise di non costituirsi parte civile, preferendo irrorare onorificenze a chi era imputato (il riferimento al Cavalierato del lavoro all’ingegner Mauro Moretti è puramente casuale) lasciando da soli i familiari delle vittime in quel "percorso civile" – per citare le parole di oggi di Mattarella – che ha portato all’accertamento della verità e a ‘brandelli’ di giustizia, così come li chiama, Marco Piagentini che quella maledetta notte di 15 anni fa perse la moglie e due figli in tenera età. Era la notte del 29 giugno 2009, una data che nessuno a Viareggio potrà dimenticare. Il cielo che alle 23,50 inizia a colorarsi di rosso. Fiamme alte come grattacieli, le urla di persone ridotte a torce umane che cercano una strada per la salvezza. Tutto causato dal deragliamento di un convoglio con 14 vagoni cisterna che deragliò a quasi 100 chilometri all’ora. Tutto per un assile arrugginito e non sostituito.

"Le reti infrastrutturali, e tra queste le ferrovie – prosegue ancora il Capo dello Stato – sono condizione essenziale per la vita e lo sviluppo economico del Paese. La sicurezza è un presupposto irrinunciabile, oltre a essere un diritto primario di cittadini e utenti. Non si può derogare agli standard acquisiti, anzi – conclude Mattarella – il livello della sicurezza va elevato tramite controlli e tecnologie più efficaci e una crescita generale di consapevolezza". Parole che i familiari delle vittime oggi sposano e approvano, sperando che le Ferrovie possano effettivamente migliorare la sicurezza sui binari, soprattutto nel trasporto di merci pericolose.

Paolo Di Grazia