
Provvidenziale l’intervento dei carabinieri. Un rilevante contributo agli sforzi investigativi è stato fornito anche dal minuzioso e attento esame delle riprese degli impianti di videosorveglianza, sia. pubblica che privata
Botte, colpi di casco e cinture. Fu violentissima la rissa fuori dalla Capannina che nel giugno scorso coinvolse una ventina di giovani: i carabinieri, dopo lunghe indagini, sono riusciti a stringere il cerchio e denunciare alla Procura sei giovani - tra i 18 e 20 anni e un 40enne, tutti residenti a Viareggio e Massa tranne uno. A loro carico sono emersi degli elementi indiziari da cui è possibile desumere la presunta partecipazione al violento scontro. La rissa si scatenò per motivi ancora oggi sconosiciuti: botte, spinte e cazzotti fino ad arrivare a violenti colpi di casco; la situazione fu interrotta solo grazie all’intervento di numerose pattuglie della compagnia carabinieri di Viareggio e del personale preposto alla sicurezza del locale. I contendenti si dispersero rapidamente
facendo perdere le proprie tracce mentre restarono alcuni feriti, costretti a ricorrere alle cure mediche per le lesioni riportate, con prognosi fino a 30 giorni. Negli giorni scorsi i militari della stazione di Forte dei Marmi, a conclusione delle attività investigative avviate per chiarire le dinamiche dell’episodio sono riusciti a intercettare sei persone, tra cui il 40enne, anch’egli coinvolto nel pestaggio di gruppo. Un rilevante contributo agli sforzi investigativi è stato fornito dal minuzioso esame delle riprese degli impianti di videosorveglianza pubblica e privata, nonché delle testimonianze rese anche dagli steward addetti alla sicurezza che hanno fornito un identikit dei soggetti, alcuni dei quali già conosciuti frequentatori del locale.
A seguito della maxi rissa di giugno, il locale venne chiuso dal questore per 15 giorni "per una situazione compromissoria per l’ordine e la sicurezza pubblica". Ma diversi erano stati gli episodi precedenti di violenza verificati nel 2024: il 23 aprile per un banale diverbio, un giovane avventore è stato colpito al volto con ripetuti pugni da parte di un gruppo di ragazzi, riportando traumi con prognosi di 30 giorni; il 28 maggio fu accertato l’utilizzo di un manganello detenuto impropriamente da un giovanissimo avventore del locale, per poi arrivare alla maxi rissa di giugno. Le indagini comunque sono ancora aperte da parte degli uomini dell’Arma per verificare l’identità degli altri partecipanti alla scazzottata.
Francesca Navari