Camaiore (Lucca), 9 gennaio 2023 - Il dottor Claudio Bonin è andato in pensione dallo scorso primo gennaio e un’intera comunità avrà un solo medico di famiglia a disposizione, peraltro senza possibilità di nuovi ingressi perché già al limite. Il neopensionato era un punto di riferimento per intere famiglie che abitano nelle Seimiglia. In mancanza di un sostituto, che al momento purtroppo non si trova, i cittadini di quella zona saranno costretti a spostarsi di diversi chilometri a valle per poter essere visitati, scegliendo tra un numero ristrettissimo di medici di famiglia che ancora hanno disponibilità per accogliere nuovi pazienti.
Per questo motivo il Pd di Camaiore chiede alla Regione e all’Asl Toscana Nord Ovest di porre rimedio a questa situazione purtroppo comune ad altre zone della Versilia.
"Dopo che per anni la destra ha criticato le scelte in materia di sanità – rimarcano gli esponenti del Pd di Camaiore – alla prima occasione buona ha dimostrato che le sue barricate erano pura e semplice ricerca di consenso. Nel quadro generale di grave sofferenza nell’erogazione dei servizi sanitari, infatti si inserisce una manovra finanziaria per il 2023 che consideriamo insufficiente nello stanziamento di fondi necessari al mantenimento di livelli standard per professionisti e prestazioni sanitarie. Inoltre si deve necessariamente riformare il numero chiuso per le facoltà di Medicina per ridare impulso a un settore che vede sempre meno personale a disposizione a fronte di una popolazione che invecchia e quindi diventa più fragile".
Il Partito Democratico di Camaiore evidenzia che, se non si attivano politiche adeguate a programmare una sanità futura che disponga di mezzi e professionisti "difficilmente si potrà ovviare al deperimento del servizio sanitario nazionale e il pensionamento dei sanitari renderà ancora più esiguo il numero dei medici al servizio dei cittadini. Con la legge finanziaria – proseguono i vertici del Pd di Camaiore – il governo Meloni è intenzionato a inasprire l’austerità riportando i valori della spesa sanitaria pubblica in termini di Pil al di sotto dei valori pre-pandemia con conseguenze potenzialmente disastrose per i cittadini. Gli aumenti previsti per il Fondo sanitario nazionale saranno completamente assorbiti dal caro energia pertanto la spesa programmatica si ridurrà nel 2025 al 6,1% del Pil: nel 2019 questo valore era del 6,4%. Un valore del tutto insufficiente se paragonato alla media Ue che è addirittura del 7,9%. La politica deve prendere atto e deve agire con investimenti e miglioramenti dettando correttivi".