REDAZIONE VIAREGGIO

Michetti e la Viareggio scomparsa Gli ultimi disegni del grande pittore

Avrebbe compiuto 108 anni proprio in questi giorni. Poco tempo prima di morire aveva allestito una mostra nello studio

Il 7 dicembre 1912 nasceva Giorgio Michetti: se non fosse morto improvvisamente nel suo studio di via San Francesco il 17 giugno dell’anno scorso, avrebbe compiuto 108 anni. Nella sua lunghissima vita questo artista in Italia e all’estero ha lasciato la sua inconfondibile impronta. Pittore, affreschista e grafico di grande fantasia e professionalità, Giorgio Amilcare Michetti – questo il suo nome completo – è vissuto per l’arte figurativa in tutte le sue componenti, tanto è vero che circa una settima prima della sua scomparsa lo trovammo alla sua scrivania mentre stava riprendendo i colori di un suo “guazzo” sbiadito.

Nel corso dei suoi ultimi anni, sempre impegnato nella sua quotidiana attività, spesso l’abbiamo trovato pensieroso e alla ricerca di cosa avrebbe potuto fare in futuro, quasi fosse un artista alle prime armi ed alla ricerca di notorietà. Come se quanto aveva fatto, non contasse più, perché apparteneva al passato. Ad esempio, una cartella di litografie del 1994 voleva riproporla avendo come tema la Viareggio che fu, con i legni della Passeggiata, le darsene dove si costruivano i “barcobestia” e la vita intorno al “Burlamacca”. Una Viareggio scomparsa e diventata solo un ricordo, un ricordo che con il passare del tempo sta diventando sempre più labile. Tanto è vero che l’ultracentenario Giorgio Michetti di questa nuova cartella ne aveva già trovato il titolo: “Viareggio dispersa”.

Una cartella i cui disegni originali li aveva esposti nella sua ultima “antologica” che qualche mese prima di quel fatidico 17 giugno, aveva organizzato nel suo studio, la cui serranda chiusa ci rinnova le mattinate passate in lunghe e mai banali conversazioni. "Ho trasformato il mio studio in una sala espositiva dove le fasi del mio lavoro vengono incontro ai visitatori – ci disse – . Una soddisfazione che alla mia età non tutti sono in grado di gustare, qualsiasi lavoro abbiano fatto in vita". "Ciao amico Giorgio", gli abbiamo sussurrato sul feretro esposto nel Palazzo Paolina in attesa delle esequie avvenute nella Basilica di San Paolino. Il palazzo dove ebbe ad esporre la prima volta dopo il suo definitivo ritorno a Viareggio su iniziativa dell’allora amministrazione comunale. Per chi non lo ricordasse – certamente la maggioranza dei viareggini d’oggi – questa grande “Antologica” fu esposta dopo una analoga di Primo Conti e prima di quella di Renato Guttuso.

Mario Pellegrini