Con una molotov artigianale tenta di dare fuoco alla casa della ex: preso dai carabinieri

Dopo la denuncia e le indagini, attivato il Codice Rosso. Solo per fortuna l’innesco non ha funzionato: nessun danno all’abitazione

Le indagini dei carabinieri hanno permesso di attivare il Codice Rosso e di procedere all’arresto dell’uomo che deve rispondere di maltrattamenti in famiglia

Le indagini dei carabinieri hanno permesso di attivare il Codice Rosso e di procedere all’arresto dell’uomo che deve rispondere di maltrattamenti in famiglia

Viareggio, 14 ottobre 2024 – Ha realizzato una bomba molotov artigianale e poi l’ha scagliata contro la porta d’ingresso dell’abitazione dove abita la sua ex moglie insieme ai due figli. Però il rudimentale innesco ha fatto cilecca. Ma non hanno certo fatto cilecca i carabinieri che, sulla scorta della denuncia della donna, hanno avviato le indagini che in poco tempo hanno portato all’arresto dell’uomo, un muratore albanese di mezza età da tanti anni residente a Viareggio. Un lavoratore insospettabile che però deve rispondere adesso di accuse gravi quali i maltrattamenti in famiglia, oltre a quello di aver fabbricato un ordigno rudimentale.

I motivi che hanno spinto l’uomo a compiere un gesto così eclatante e pericoloso al tempo stesso sono al momento sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori. È possibile che oltre a questioni prettamente sentimentali legati alla separazione, ci siano dietro anche questioni economiche non risolte in famiglia.

Sta di fatto che una volta fatta la denuncia e scattate le indagini, è stato attivato il così detto Codice Rosso, che come si sa snellisce le procedure burocratiche legate a un’inchiesta della magistratura e soprattutto inasprisce le misure cautelari nei confronti della persona indagata. Per questo la Procura, sulla scorta della relazione fatta dai carabinieri che in breve tempo erano risaliti all’autore del fatto, ha chiesto e ottenuto dal Gip la misura cautelare in carcere della persona, misura che è stata eseguita nei giorni scorsi dagli stessi militari dell’Arma. Tra le prove acquisite dagli investigatori anche la bottiglietta piena di liquido infiammabile e il rudimentale innesco che, solo per fortuna, non ha scatenato l’incendio dell’abitazione. Adesso l’indagato è in carcere a disposizione del magistrato in attesa di essere ascoltato e di dare la sua versione dei fatti.

Paolo Di Grazia