BEPPE NELLI
Cronaca

Viareggio, chiude per sempre storico negozio: cessa l'attività Mondodisco

Si trattava di una vera istituzione. Ma vendeva qualcosa che nessuno sembra comprare più

L'ingresso di MondoDisco (Foto Umicini)

Viareggio, 8 agosto 2019 - Era rimasto l’ultimo. Una specie di cittadella micenea della musica assediata dalle orde dei barbari Dori «tecnologici», con le spade di ferro contro quelle più tenere di bronzo. E alla fine s’è arreso. Chiude anche Mondodisco. A Viareggio non ci sarà più un negozio di Cd e vinili. Né rock né pop, niente incisioni magistrali di lirica né rari album dal vivo. La generazione dei millennial ci sostituisce e scarica da Internet. Guarda e ascolta ma non legge. Forse stiamo entrando in un nuovo medioevo ellenico, quando scomparve la scrittura.

Il timbro sulla chiusura di Mondodisco, dopo la recente rinuncia del «48» dove la famiglia Fontana vendeva video, è arrivato con le delibere di giunta del gradimento per l’affitto dei due immobili. Al 48 aprirà Dan John, vasto monomarca di abbigliamento da uomo, classico ma a prezzi young. Al posto di Mondodisco invece Carpisa riunirà i suoi negozi viareggini: borse e accessori. Così va il mondo. Quello nuovo. I nuovi nati però sappiano che un tempo ci fu anche un altro mondo. Allora i giovani ascoltavano la radio, scoprivano nuove ondate di musica, compravano dischi di vinile con copertine colorate, foto, e dentro i testi delle canzoni, parole spesso di poesia. Come quella dei libri, consumati e con la carta stropicciata...

«Era prima della guerra – racconta, triste, Oreste Bergamini – Il padre di mio suocero, Aldo Fontana, aveva la Casa della musica che poi per molto fu in Galleria d’Azeglio. Vendeva anche strumenti musicali, e mio suocero Corrado cominciò lì. Poi aprì un negozio di dischi per conto suo, in Passeggiata all’altezza di Della Spora, e nel 1978 comprò l’immobile di Mondodisco».

Quarantuno anni dopo, a fine luglio, Jovanotti e famiglia hanno alloggiato al Plaza, proprio di fronte. «Sono commosso, c’è ancora un negozio di dischi», aveva detto il cantante prima del concerto al Muraglione. Gli ha dato la benedizione, si fa per dire.

Ma lui, il fondatore di Mondodisco, è proprio amareggiato. Lui lo sa che il mondo in cui è nato è proprio finito. «Da due o tre anni lavoravamo in perdita – dice Corrado Fontana – e non è che la gente non voglia più quello che vendiamo, Long Playing e Cd. Non siamo finiti perché i ragazzi scaricano le canzoni da Internet. E’ proprio la merce musica che non va più, non interessa. E’ finita la cultura musicale, c’è chi scarica una canzonetta e poi via». Per questi eroi del download, diciamo che gli Lp erano i dischi in vinile a 33 giri che potevano contenere un album. Di palo in frasca, è l’Iliade che ha ispirato il film Troy: ovverosia l’Iliade non è un instant book con le gesta di Brad Pitt.

«Per anni – ricorda Fontana – andavamo a Londra a rifornirci da grandi negozi specializzati. In Oxford Street ce ne erano due. Hanno chiuso. E anche il distributore di Bologna con cui eravamo in contatto se la passa male. Che potevamo fare? Per questi generi non c’è più interesse a livello internazionale. Mi dispiace tanto dare l’addio a qualcosa che avevo creato 40 anni fa. Ma come i grandi store di Londra, nemmeno io ho trovato un rimedio».

Al posto del Dvd con la vicenda di Ipazia, la filosofa di Alessandria, troveremo una giacca Dan John. Invece della Norma con la Callas, o del Summertime di Janis Joplin, lo zainetto Carpisa. Il 48 e Mondodisco sono stati affittati a Rinah Spa e a Kuvera Spa. Nomi, senza offesa, che potrebbero ricordare una scrittura sillabica in lineare B. Misteri per le nuove generazioni a cui qualcuno forse archeologo spiegherà che c’è stato un tempo in cui...