di Iacopo Nathan
VERSILIA
Sei condanne per omicidio colposo aggravato e una assoluzione. Questo l’esito dell’udienza che si è tenuta ieri al tribunale di Lucca, che ha messo per la prima volta la parola fine sulla tragedia del 17 luglio 2019, quando la pirccola Sofia Bernkopf perse la vita. La dodicenne di Parma affogò nella piscina del bagno Texas di Marina di Pietrasanta, mentre giocava con i suoi amici. Nonostante i tentativi di rianimarla e la corsa disperata all’ospedale, per la bimba non ci fu niente da fare. Rimase intrappolata con i capelli nella vasca idromassaggio, e nonostante i tentativi che Sofia fece sott’acqua, non riuscì a liberarsi da una bocchetta probabilmente difettosa o non a norma.
Per le due titolati del bagno Texas, Simonetta e Elisabetta Cafissi, con i rispettivi mariti Giampiero Livi e Mauro Assuero Marchi (tutti di Prato) è arrivata una condanna di 3 anni e 2 mesi di reclusione. Per il bagnino dello stabilimento, Emanuele Fulceri di Viareggio condanna a 2 anni e due mesi, mentre per il costruttore della vasca a idromassaggio dove ha perso la vita Sofia, Enrico Lenzi (domiciliato a Massa e Cozzile in provincia di Pistoia), 4 anni. Riconosciuto anche un risarcimento economico ai genitori di Sofia, oltre che al fratello gemello e alle due sorelle.
"Sono molto contento dell’esito del processo - ha detto dopo l’udienza il pm Salvatore Giannino -. Felice anche per l’assoluzione del giovane Thomas Bianchi". Lo scorso 1 ottobre, durante un’udienza al tribunale di Lucca, proprio il pm Salvatore Giannino aveva chiesto la condanna per tutti e 7 gli imputati. Per Simonetta Cafissi erano stati chiesti dal Pm 3 anni di reclusione, per Elisabetta Cafissi 2 anni e 3 mesi, per Giampiero Livi 3 anni e 2 mesi, per Emanuele Fulceri 2 anni e 9 mesi, per Mario Marchi 2 anni e 10 mesi, per Thomas Bianchi 1 anno con pena sospesa e per Enrico Lenzi 3 anni.
Ieri in un tribunale di Lucca vuoto, ma carico di tensione per l’udienza, ieri erano presenti più o meno tutti gli imputati, o rappresentati dai rispettivi avvocati, come era presente la famiglia di Sofia, che dall’inizio del processo non ha mancato una singola udienza.
L’udienza di ieri ha visto, sorprendentemente, il magistrato Gianluca Massaro andare anche oltre alle precedenti richieste. La principale differenza, infatti, è stata l’assoluzione del giovane bagnino Thomas Bianchi, che al momento dell’incidente lavorava al bagno Texas da soli 20 giorni. In una precedente lettera, il padre della piccola Sofia, Edoardo Bernkopf si era già espresso in sua difesa, dicendo che “la famiglia lo aveva perdonato“ e auspicandosi che “non pagasse al posto di altri“. Un momento di grande liberazione, per un’assoluzione in forma piena che sa tanto di vittoria per un ragazzo, forse messo nel mezzo con il tentativo di coprire qualcun altro. Un momento molto commuovente, al pronunciare della sentenza lo sguardo e l’abbraccio tra Bianchi e la madre, entrambi presenti in aula, e anche la sentita stretta di mano con il pm, il dottor Giannino, alla fine dell’udienza.
Ma se per Bianchi, dall’iniziale richista di un anno, è arrivata l’assoluzione, sono state inasprite le pene per tutti gli altri sei imputati.