
Morte di Alessandro Cecchi. Ottanta giorni di tempo per ricostruire l’incidente
Avrà ottanta giorni di tempo per accertare la velocità a cui stava viaggiando il motorino di Alessandro Cecchi (nella foto) quella maledetta mattina del 29 settembre del 2018 in cui perse la vita il 27enne pasticciere viareggino. È questo uno dei quesiti cui è chiamato a rispondere l’ingegner Molca di Prato cui la Corte d’Appello di Firenze ha affidato ieri il delicato incarico di ricostruire la dinamica dell’incidente stradale avvenuto in via Nicola Pisano a Viareggio. Una ricostruzione non facile perché sono passati quattro anni e mezzo dall’incidente stradale e non ci sono più il motorino e l’auto investitrice da poter esaminare. L’accertamento, pertanto, dovrà essere effettuato solo sugli atti documentali a disposizione già elaborati dai consulenti della pubblica accusa e da quelli della difesa. L’ingegner Molca dovrà mettere i risultati della sua perizia a disposizione delle parti una decina di giorni prima della prossima udienza che la Corte d’Appello ha già fissato per il prossimo 9 luglio. A disposizione della Corte anche la consulenza tecnica dell’ingegner Bernardini per conto della difesa, mentre l’accusa non ha nominato nessun consulente tecnico.
Nell’udienza di ieri è stato nuovamente ascoltato uno dei due testimoni dell’incidente. Il quale ha confermato quanto già detto durante il processo di prima grado e vale a dire che in quel momento, a quell’ora in via Nicola Pisano c’era molto traffico. Nell’udienza del 9 luglio verrà a riferire sulle circostanze dell’incidente anche il teste che era emerso dalle indagini difensive condotte dagli avvocati Gionata Bonuccelli e Marco Taddei che nel dibattimento tutelano la giovane donna che era al volante dell’utilitaria che, nello svoltare a sinistra, di fatto, tagliò la strada allo scooter di Alessandro Cecchi. Il teste verrà a riferire che si trovava incolonnato a bordo della propria auto e che lo scooter della vittima lo avrebbe superato a destra.
Come si ricorderà in primo grado l’imputata era stata assolta. Contro quella sentenza ha fatto ricorso la Procura di Lucca. Nella prima udienza la Corte d’Appello di Firenze, dopo una lunga Camera di Consiglio, ha emesso un’ordinanza in cui dispone un approfondimento ulteriore delle indagini. Di qui la volontà di voler nuovamente ascoltare le testimonianze e di affidare a un perito un altro e più dettagliato accertamento su velocità e dinamica dell’incidente.
Red.Viar.