MARTINA DELCHICCA
Cronaca

La tragedia di Franco Panariello. Incarico a un super perito per la causa del decesso

Lo ha deciso la Corte d’Appello dopo l’annullamento e il rinvio della Cassazione. Dovrà stabilire se il fratello del popolare attore poteva essere salvato da una tempestiva chiamata al 118

Franco Panariello con il fratello Giorgio in un’immagine di qualche anno fa. Franco fu ritrovato senza vita il 27 dicembre 2011

Franco Panariello con il fratello Giorgio in un’immagine di qualche anno fa. Franco fu ritrovato senza vita il 27 dicembre 2011

Viareggio (Lucca), 24 giugno 2023 – Sarà un perito, nominato dalla Corte d’Appello, a dover stabilire se Franco Panariello poteva essere salvato. Se una corsa in ospedale avrebbe potuto invertire, oppure no, il corso della tragedia che si è consumata la notte tra il 26 e il 27 dicembre del 2011. Quando il fratello dell’attore Giorgio, dopo una serata con gli amici, fu trovato riverso in un’aiuola sulla Terrazza della Repubblica. E tutti i tentativi di rianimazione del 118 risultarono vani.

Dunque la nomina del perito è stata fissata per il 17 ottobre, così ha stabilito il collegio della Seconda sezione della Corte d’Appello di Firenze a cui la Cassazione, annullando la sentenza impugnata, ha rinviato il giudizio chiedendo di approfondire le cause che determinarono il decesso di Franco Panariello.

Secondo la ricostruzione della polizia, Panariello si trovava con tre amici quando ha accusato il malore. Dagli approfondimenti è emerso che l’uomo, che era riuscito ad affrontare e superare la dipendenza, quella notte di fine anno aveva assunto un potente antidepressivo: il bupropione. Subito dopo l’iniezione – secondo le testimonianze – manifestò un malessere. Risultato poi fatale.

A processo finirono in tre; con l’accusa di omissione di soccorso. Secondo gli inquirenti, ma anche la famiglia, Franco avrebbe potuto essere salvato da una tempestiva chiamata al 118. E dopo i patteggiamenti di due degli imputati, il terzo, un pietrasantino, fu condannato in Primo Grado e in Appello a un anno a sei mesi con l’accusa di omissione di soccorso aggravata. Contro la sentenza l’avvocato Massimo Neri, dello studio Regialex di Viareggio, che difende l’imputato, ha fatto ricorso in Cassazione. Sostenendo, con il supporto di alcune consulenze, che la morte Franco Panariello sarebbe da attribuirsi ad uno choc anafilattico. Che niente c’entrava la sostanza assunta, e che niente, purtroppo, poteva essere fatto per salvarlo. I giudici della Suprema Corte, limitatamente all’aggravante, hanno annullato la sentenza impugnata e rinviato alla Corte d’Appello il giudizio sul punto. Così i giudici fiorentini hanno disposto la perizia. "Una volta per tutte – dice il legale Massimo Neri – sarà possibile appurare se la vittima poteva essere salvata oppure no. Tutto, secondo le nostre consulenze, lasciava presagire di no. Che niente, purtroppo, poteva essere fatto".