
Roberto Nardini aveva 87 anni e abitava in via Volturno a Pontaranci Per tre decenni è stato in prima linea con il «Gruppo Sims» affrontando il tema delle dipendenze
Sul decesso di Roberto Nardini l’Asl non ha nulla da rimproverarsi, pur capendo lo strazio dei familiari. A difendere il proprio operato è la direzione dell’azienda sanitaria, che interviene ufficialmente per la prima volta anche per replicare alle accuse della figlia dello storico presidente del "Gruppo Sims" scomparso all’ospedale "Versilia" a 87 anni. Secondo Francesca Nardini tra l’accesso al Pronto soccorso e il ricovero sono passati due giorni, con il padre rimasto per tutto quel tempo su una barella. "La direzione e il personale dei reparti interessati comprendono il dolore dei familiari – scrive l’Asl – ai quali vanno le più sentite condoglianze per la grave perdita del loro caro, uomo così impegnato a livello sociale e territoriale. Dopo le verifiche del caso è emerso che il paziente risulta essere stato assistito e curato in maniera adeguata. L’iter diagnostico si è svolto in maniera accurata, sono state garantite le cure necessarie e ai familiari sono state fornite informazioni in maniera costante".
Quanto alla tempistica, l’Asl sostiene che l’accesso di Nardini al Pronto soccorso sia avvenuto il 12 marzo poco prima delle 10 e che l’87enne sia stato presto preso in carico alle 11.07 dal medico del Pronto soccorso "con l’esecuzione di vari accertamenti laboratoristici e strumentali e terapie adeguate", per essere poi ricoverato in medicina alle 18.16 del giorno successivo. "Durante tutta la permanenza al Pronto soccorso – prosegue l’Asl – è stato assistito nelle postazioni assistenziali ad alta intensità di cura, dov’è costantemente presente personale medico e infermieristico e dove Nardini ha ricevuto adeguate e tempestive terapie di sostegno. Parallelamente, come confermano operatori e medici, è stato consentito ai parenti di restargli vicino, senza alcuna rigidità schematica né vincoli temporali, compatibilmente a quanto consente un’area del Pronto soccorso ad alta complessità operativa attiva 24 ore su 24. In più occasioni i sanitari hanno parlato con i familiari di Nardini, spiegando la complessità del quadro clinico e l’impegno assistenziale necessario nell’area di alta intensità del Pronto soccorso. Inoltre la permanenza in un reparto di emergenza urgenza non è un’attesa passiva, ma una fase assistenziale attiva che anticipa le cure e gli accertamenti da eseguire poi in un’altra area di alta specializzazione ospedaliera". L’Asl ricorda che l’11 e 12 marzo al Pronto soccorso ci sono stati 201 accessi e 189 visite "gestiti in modo adeguato, anche se in alcune situazioni con tempi più lunghi, per un totale di 43 ricoveri urgenti".