
Guido Giannecchini aveva 92 anni, ha seguito il Viareggio negli anni d’oro
Viareggio, 9 agosto 2022 - Chi è il dottor Guido Giannecchini? Un’istituzione dello sport viareggino per oltre mezzo secolo: da ieri mattina... va aggiunto “era”. Sì, perché a 92 anni, il “Chini” ha lasciato la vita terrena per continuare a vivere nel ricordo dei suoi familiari (la moglie Stefania, i figli Debora, Andrea e Vanessa e gli altri parenti) e delle centinaia di appassionati che hanno seguito il calcio bianconero, dalla fine degli anni ‘50 del secolo scorso fino alla prima decade del nuovo millennio. Un personaggio autentico, anche se il palcoscenico non era nelle sue corde. Ma giocoforza, personaggio lo diventava per quella simpatia a pelle con cui stregava i suoi interlocutori. "L’importante è che il Viareggio vinca" diceva.
In fin dei conti il bianconero l’aveva nel cuore, visto che la Juventus era la squadra del cuore. E’ però innegabile che certe sue mimiche - spettacolare la contentezza dopo un gol dei suoi ‘ragazzi’ (trattava i calciatori del Viareggio come fosse dei figli) con il volto che disegna una smorfia di soddisfazione da attore consumato - siano rimaste proverbiali. Così come erano diventati proverbiali certi duetti con Enzo Riccomini e Rossano Giampaglia negli anni ‘70, quando l’atmosfera ruggente di Viareggio e della Versilia di quel periodo, andava a nozze con la goliardica spensieratezza e la leggerezza con la quale veniva gestita la squadra di calcio cittadina, che regalava spettacolo ed emozioni. Per non parlare degli scherzi che punteggiavano l’ambiente bianconero, come quando un giocatore venne ‘gettato’ in un canale durante una trasferta in Romagna, non sapendo che non sapeva nuotare.
Oppure come contenere la paura di chi soffriva il mal di mare (e temeva anche il naufragio) durante le trasferte in traghetto in Sardegna. E il “Chini” sempre lì, al pezzo. Pronto per un consiglio, un consulto, una visita di straforo, un massaggio.
Si può anche dire che con la scomparsa di Guido Giannecchini cali il sipario sui protagonisti della stagione del “Gruppo del bar Eden”, ovvero lo staff dirigenziale - in primis Venasco Bini, Giorgio Bonuccelli, Fabio Canova, Gherardo Gioè, Giordano Battaglia, Ambrogio Pisani & C. - che ha guidato il Viareggio negli anni d’oro, fra gli anni ‘60 e ‘70, coltivando la speranza di approdare in serie B. Giannecchini era già il medico sociale, consigliere sui generis del consiglio direttivo, ma soprattutto dei calciatori, con i quali condivideva tutto, delicate confidenze e anche qualche segretuccio con i più birbantelli che facevano strage di cuori femminili in città (“peccati” finiti da tempo in prescrizione).
Ma il suo amore per Viareggio e il calcio bianconero veniva sopra di tutto, tanto è vero che nei numerosi periodi in cui il Viareggio si è trovato per le buche e doveva ripartire praticamente da zero, Guido Giannecchini era il primo a metterci la faccia e a garantire la sua disponibilità ai nuovi dirigenti. Lo fa fatto con tutti. Nessuno escluso. "Potete contare su di me", diceva. Poche parole ma senza rigiri. Fedele, anzi un fedelissimo come solo certe persone possono essere. E Guido Giannecchini lo era. I funerali saranno celebrati oggi alle 14,30 nella chiesa di Sant’Antonio.
Giovanni Lorenzini