Il copione, stile “Fanatiko“ a Viareggio, da tempo va avanti anche a Pietrasanta, soprattutto d’estate come abbiamo spesso raccontato su queste pagine. La band si esibisce di sera nel locale, il cittadino alza la cornetta, arriva la pattuglia e dopo qualche settimana si materializzano verbali da 1.000 euro. Niente da eccepire quando i decibel sforano orari e limiti, ma sia i gestori che i musicisti ritengono che a mezzanotte non si possa parlare di disturbo della quiete pubblica. Specie in una città, come la Piccola Atene, dove ci si gonfia il petto per la vocazione artistica, in tutte le sue forme. Perché le conseguenze alla fine toccano tutti: gestori e musicisti perdono il lavoro.
Ecco perché hanno deciso di unire le forze dando vita a una realtà che non ha precedenti: un comitato che abbia voce in capitolo. Tanto che la prima iniziativa sarà quella di chiedere un incontro all’amministrazione comunale per un dialogo ritenuto quanto mai necessario. Non solo: la presentazione del comitato, il cui nome deve essere ancora scelto, sarà un vero e proprio evento che farà accorrere qualcosa come 500 persone, in gran parte musicisti, da tutta la Toscana. L’appuntamento è per domani dalle 16 alle 22 in via del Pagliaio 45, alla Traversagna, con una maxi-jam session di fine estate. Dietro l’iniziativa e l’idea del comitato ci sono due noti musicisti pietrasantini, ossia Nicola Benedetto e Vincenzo Bramanti, quest’ultimo musicista e insegnante di chitarra che vanta collaborazioni con artisti del calibro di Mina, Zucchero, Tullio De Piscopo, Karima, Andrea Bocelli, Rossana Casale e molti altri.
"Per tutto l’anno ogni venerdì organizzo una jam session ai Due Laghi – spiega Bramanti – mentre in estate il martedì come trio acustico suoniamo in piazza Carducci con il contributo di Ristorum, La Buca e il bar Gatto Nero. Spesso però ci scontriamo con restrizioni e regolamenti che ci tagliano le gambe. Idem quando gli agenti intervengono dopo le proteste dei cittadini. C’è un locale che ha ricevuto in un colpo solo 14 verbali: non è giusto sia per l’enorme somma che ha dovuto pagare sia perché sarebbe bastato riceverne uno per evitare tutti gli altri. Tutto questo per appena due ore di musica, dalle 22 alle 24. È una questione anche di dignità e rispetto per chi lavora. Ecco perché – conclude – vogliamo creare un punto di riferimento, una reciproca collaborazione tra musicisti, locali e Comune, come unico sistema per essere ascoltati".