Colori, opere e allegorie unici al mondo. Come unici sono gli spazi che ospitano e raccontano, tra gli hangar e le sale espositive del Museo, la storia, la manovalanza e gli artigiani di una manifestazione, come il Carnevale, che da 150 anni dà forma, e contenuto, alla società, rispecchiando modellando e arricchendo i tempi che passano.
Così come si arricchiscono, con nuovi allestimenti, scoperte e donazioni, grazie alla cura e ricerca della presidente della Fondazione, Marialina Marcucci, Roberta Martinelli, Lucia Maffei, Pierluigi Da Prato e Andrea Mazzi, quelle stanze che ripercorrono la vita del Carnevale e dei suoi ideatori. Dalla storia del Carnevale, al primo piano, che parte dal 1873, arricchita da elementi, come un nuovo esempio di foulard Hermes dedicato ad Arlecchino, e manifesti restaurati, alla galleria oblò, con costumi, arte contemporanea e un’esposizione di opere concesse dalla Fondazione Bonetti e curata da Paolo Riani. Fino alla donazione, in nome dell’unione di arte, satira e Carnevale, "per cogliere non soltanto la creatività dell’artista ma anche la contemporaneità di associare due cose che sviluppano il sentimento di satira e ironia", ha sottolineato Marialina Marcucci, del dollaro, commissionato da Federico Contini, di Gianluca Pergreffi, in arte Noah Cooper, realizzato in pasta vinilica, e ricreato per Burlamacco e Ondina, cercando di rivalutare, e sdrammatizzare, anche il simbolo del dollaro, tra gioia, ironia e dolore. In un museo diffuso, che dall’archivio si espanderà, nella settimana dei corsi mascherati, nelle sale museali più importanti della città, con mostre temporanee che accompagneranno la manifestazione.
Mentre una sala del museo sarà un omaggio, a 100 anni dal primo manifesto del Carnevale, a Guglielmo Lippi Francesconi, la Gamc ripercorrerà secoli di satira, attraverso l’esposizione di bozzetti, dal 600 al 2000, a cura di Roberta Martinelli e Walter Veltroni, e Villa Argentina interpreterà, con costumi e opere d’arte, i caratteri del Carnevale degli animali del compositore Camille Saint-Saëns. Musica che sarà al centro della mostra a Villa Paolina, con il racconto delle canzoni dei carri, alla scoperta delle radici e della nascita di una musica non accessoria, ma fondamentale per ogni opera. Con azioni e restauri "riconosciuti, e importanti - sottolinea Marcucci - per il patrimonio nazionale, e per l’orgoglio della città".