Napolitano luci e ombre. Il cavalierato a Moretti e le critiche dei familiari. Ma a S. Anna abbraccio storico

Nel 2009 partecipò alle esequie per la strage ferroviaria, poi non li ricevette. Quattro anni dopo l’incontro col collega tedesco Gauck al sacrario di Stazzema.

Napolitano luci e ombre. Il cavalierato a Moretti e le critiche dei familiari. Ma a S. Anna abbraccio storico

Napolitano luci e ombre. Il cavalierato a Moretti e le critiche dei familiari. Ma a S. Anna abbraccio storico

Giorgio Napolitano, con otto anni, otto mesi e spiccioli, è stato l’inquilino più longevo del Quirinale, anche se Sergio Mattarella lo supererà tra poche settimane. Nel corso della sua lunga esperienza da Capo dello Stato, ha sovrinteso al passaggio dalla seconda alla terza Repubblica, dal bipolarismo orizzontale allo scontro verticale tra politica e antipolitica che oggi sembra giò storia passata. Senza volersi addentrare nella sociologia politica – servirebbero spazi e soprattutto le competenze adeguate –, appare evidente che la fiducia (o la sfiducia) nelle istituzioni abbia un rapporto diretto con la considerazione che i cittadini sentono di ricevere da chi riveste cariche pubbliche. In questo senso, il rapporto tra il presidente Napolitano e la Versilia è stato indicativo. I temi locali su cui si innesta la figura dell’ex Capo dello Stato sono due: il disastro ferroviario di Viareggio e la memoria della strage di Sant’Anna di Stazzema.

2009, estate. Il 29 giugno del 2009, Viareggio cambia per sempre. Un treno carico di gpl esplode a due passi dalla stazione. È una strage che, nel corso dei mesi, porterà a un computo definitivo di 32 vittime.Il 7 luglio, allo Stadio dei Pini, si tengono le esequie solenni. Giorgio Napolitano partecipa, entra sul prato costellato di bare con due Corazzieri in alta uniforme. Si avvicina ai parenti delle vittime, mentre sotto un sole implacabile rifulgono le giacche bianche della scorta presidenziale. L’omelia dell’allora vescovo Castellani, a posteriori, fu lucida nel descrivere "un incidente alimentato non solo dal caso e dalla fatalità", come avrebbero appurato anni e anni di processi. Il presidente, a caldo, parlò di "una giornata straziante".

2009, Capodanno. La sensazione di protezione, il calore dato dall’abbraccio protettivo dello Stato, si raffreddano già a dicembre. Nel suo messaggio di fine anno, in quasi 20 minuti di intervento, il presidente non cita neppure una volta uno dei peggiori disastri degli anni Duemila. Lo farà per l’anniversario, il 29 giugno 2010.

2010, autunno. Pochi mesi dopo, però, arriva la doccia fredda. Il 17 novermbre 2010 Napolitano conferisce le insegne di Cavaliere dell’Ordine ’Al merito del Lavoro’ all’ingergner Mauro Moretti, amministratore delle Ferrovie dello Stato che, in seguito, sarebbe stato condannato sia in primo grado che in appello al lungo processo non ancora concluso per il disastro ferroviario di Viareggio. Daniela Rombi, attivistà dell’associazione dei familiari delle vittime, a dicembre invia una lettera a Napolitano. "Perché?", domanda in merito al cavalierato di Moretti. I familiari, una risposta, non l’avranno mai.

2013, primavera. Due anni e mezzo dopo, il raggio d’azione di Napolitano in Versilia si sposta in uno dei luoghi più carichi di dolore: Sant’Anna di Stazzema. Nel borgo che il 12 agosto del ’44 fu vittima della furia nazifascista, Napolitano viene invitato da Enrico Pieri, uno dei superstiti della strage, assieme al presidente della Repubblica Federale tedesca Joachim Gauck. Le foto dei due capi di stato che si stringono la mano sotto la pioggia e quelle dell’abbraccio fanno il giro del mondo: un monito a conservare la memoria, la speranza di un futuro più luminoso brilla e scalda una plumbea giornata primaverile. A 70 anni dalla strage, per la prima volta un capo di Stato tedesco risaliva le Apuane per portare il suo cordoglio alla comunità colpita da una delle peggiori tragedie occorse nel teatro bellico dello Stivale.

2014, estate. Il 29 giugno cade il quinto anniversario della strage di Viareggio. Il ricordo è nitido, la città segue con ansia gli sviluppi del processo. Ad aprile, l’allora premier Matteo Renzi nomina Mauro Moretti, ancora lui, al vertice di Finmeccanica. I familiari delle vittime e quella parte della città che li accompagna nel loro dolore vivono la scelta del più noto imputato per il disastro ferroviario come un oltraggio. E il 29 giugno ricordano che Napolitano, nonostante le reiterate richieste, non li ha mai voluti ricevere al Quirinale. Lo farà Sergio Mattarella nell’autunno del 2015, pochi mesi dopo esser subentrato al dimissionario Napolitano. Con l’avvicendamento al Quirinale la politica locale intensificherà i suoi passi ufficiali contro la scelta dell’onorificenza a Moretti. Nel luglio 2016 la Regione annuncià che farà richiesta ufficiale al Governo in tal senso. E nel 2020 il consiglio comunale viareggino approva all’unanimità una mozione relativa all’opportunità di garantire la prescrizione per i reati più gravi e, in seconda battuta, all’opportunità di revocare il cavalierato a Moretti, che nel frattempo è stato condannato sia in primo grado che in appello.

Daniele Mannocchi