Il dato complessivo di Confindustria, spalmato sulle province di Lucca, Pistoia e Prato, parla di volumi di produzione che nel 2024 sono calati del 2,2% rispetto all’anno precedente. Poi però, andando a scartabellare ogni singolo territorio e ogni singolo settore, emerge un quadro che senz’altro porta sorrisi e ottimismo nel settore della nautica da diporto, appannaggio della realtà di Viareggio. Sebbene non siano stati registrati straordinari voli pindarici, questo settore ha chiuso infatti l’anno appena trascorso con una media confortante del +1,4% che fa ben sperare. Una chiusura in positivo che ha confermato i livelli già elevati di attività rispecchiando le prestazioni eccellenti nel medio periodo del settore per eccellenza dell’economia viareggina. Non a caso i rappresentanti di Confindustria ieri mattina hanno sottolineato il ruolo centrale di Viareggio, descritta come "la zona di cantieristica da diporto dove operano tra i più prestigiosi costruttori di super yachts del mondo". Tanto che la consistenza complessiva della nautica, compreso l’indotto, nella sola Viareggio ha una stima pari a ben 700 imprese e 5mila addetti.
Lievitano anche le produzioni: nel 2020 si erano fermate a -1,8% per poi salire nel 2021 a +3,4% e nel 2022 a +7,2%. Nel 2023 c’era stato un vistoso calo, con la percentuale scesa al +4,1% (ma sempre positiva), mentre i dati riferiti al periodo gennaio-settembre 2024 si attestano su +2,2%. Ancora meglio le esportazioni, passate dal +21,5% del 2023 al +26,4% nel gennaio-settembre 2024. I mercati principali, calcolati sul 2023, restano quelli delle Isole Cayman (34%), Regno Unito (18%) e Usa (11%). Tutto rose e fiori, quindi? Non proprio: secondo Riccardo Lari, presidente della sezione nautica di Confindustria, l’asse di penetrazione di Viareggio va realizzato quanto prima. "Ad oggi – spiega – le barche di più grandi dimensioni, diciamo oltre i 50 metri, vengono spostate a Marina di Carrara, Spezia e Pisa-Livorno perché là non hanno il problema dell’altezza dei capannoni. Capite che è un confronto difficile. Dobbiamo quindi lavorare su Viareggio per portare al massimo il livello produttivo con le barche di 25-35 metri. L’asse di penetrazione consentirebbe di lasciare più all’interno quelle barche, portando invece sul mare quelle più grandi che permettono di fare refit e mantenere il livello occupazionale". A proposito infine di personale, secondo Lari va fatto un ragionamento sugli operai diretti, cioè coloro che realizzano materialmente le imbarcazioni: "Gli addetti di 50 anni sono i più preparati, ma tra 10 anni saranno sostituiti dai giovani? Lo chiedo perché non vedo l’ingresso di ragazzi di 20 anni. Insomma, la nautica sta tenendo e non sono previsti cali repentini per lo meno fino al 2028. Ma bisogna pensare anche a lungo termine".
Daniele Masseglia