
Non ha trovato posto in nessuna delle scuole dell’infanzia della città. Né comunali né statali. E’ quanto successo a V.S, viareggina, madre di una bambina di tre anni. Entrambi i genitori lavorano e i nonni non sono sempre disponibili a guardare la nipotina. Di qui la necessità di mandare la figlia alla materna. E così a gennaio la signora ha presentato domanda alla scuola "Il Melograno" con la certezza che non avrebbe avuto problemi a entrare.
Ma così non è stato. "Ho fatto richiesta nei tempi e nei modi corretti: abbiamo raggiunto il massimo del punteggio, 10, in una situazione di "normalità", ovvero famiglia non seguita da servizi sociali e figli non portatori di handicap per fare due esempi. Il primo aprile sono uscite le graduatorie definitive e mia figlia è risultata seconda. Da quel momento per me è iniziato un calvario per cercare di trovare un’altra scuola. Prima scuole che si conciliassero con le nostre esigenze di residenza e lavorative, poi, presa dallo sconforto, tutte quelle sul territorio comunale". "Prima alla Basalari e alle Morganti — prosegue la mamma — nella speranza che potesse esserci un posto. Ma non c’era. Sono andata quindi alle altre statali, all’istituto comprensivo Don Milani che conta ben quattro scuole, Migliarina Motto che ne ha una, Darsena che ne ha due, Marco Polo che ne ha una. Anche in tutte queste non c’era alcun posto. Da qui lo sconforto. Ogni istituto mi ha dato le sue motivazioni, che sinceramente non mi interessano, in quanto il risultato è che a settembre mia figlia con molta probabilità non andrà in nessuna scuola pubblica".
La madre si sofferma soprattutto sulla disponibilità delle scuole. "Mi domando come una città come Viareggio che conta circa 65mila abitanti non abbia abbastanza posti disponibili. La risposta è stata che i posti previsti sono questi e di più non possono e che comunque la scuola dell’infanzia non è una scuola dell’obbligo. Però mi chiedo se si possa fare qualcosa in più. Ma mi chiedo anche perché venga data priorità ai bambini già iscritti che frequentano altre scuole dell’infanzia e chiedono il trasferimento ad altra scuola. A decidere i parametri è il ministero dell’Istruzione, che però non tiene conto nella graduatoria, di chi, come me, ha anche dovuto mandare i figli all’asilo nido. Prende per questo dei punti, ma non così tanti. In questo modo comunque restano fuori i più piccoli". Per la mamma si apre una solo strada: la scuola paritaria. Con una netta differenza di costo. "Se mia figlia non riuscisse a entrare in quel statali, sarò costretta a rivolgermi a quelle a pagamento.
Che all’incirca costano duemila euro l’anno più i pasti. Il mio problema non è economico ma di fondo: se avessi deciso fin dall’inizio di iscrivere mia figlia alla scuola paritaria fin da subito, non ci sarebbero problemi. In questo caso invece è molto probabile che a settembre dovrò prendere questa strada. Al momento sono ancora in graduatoria al "Melograno" ma le uniche possibilità per entrare sono che qualcuno rinunci. Con la certezza che potrà arrivare solo ai primi di settembre".
A.G.