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Nessun danno per il Dulè Il Comune vince la causa per il cantiere nella piazza

Il titolare aveva chiesto 400mila euro di risarcimento per il mancato incasso. Il giudice: "Nelle opere pubbliche si può ridurre il suolo senza indennizzo".

Nessun danno per il Dulè Il Comune vince la causa per il cantiere nella piazza

Il cantiere allestito in piazza Garibaldi, con transenne e pannelli, non portò una diminuzione di incassi al ristorante Dulè che lì si affacciava. Il Comune ha vinto infatti la causa contro la trattoria (oggi non è più presente: nel fondo ha inaugurato All’Antico Vinaio) che era ricorsa al giudice a seguito dei lavori di riqualificazione di piazza Garibaldi del 2020. Il tribunale ordinario di Lucca ha respinto la domanda della società che gestiva la trattoria, la Molita Srl che aveva richiesto al Comune e a Ceragioli Costruzioni, ditta appaltatrice dei lavori, 400mila euro quale danno, a suo dire subito, a causa delle pannellature che delimitavano il cantiere e che avrebbero ostruito la visibilità del ristorante. Una vicenda iniziata quando il legale del titolare del locale denunciò i danni subiti dall’attività a seguito della ‘compressione’ della parte esterna della trattoria che si affacciava sulla piazza, invitando l’amministrazione ad arretrare il cantiere entro quindici giorni e anticipando la futura richiesta risarcitoria, poi quantificata in 400mila euro di mancato guadagno, con tanto di relazione tecnica sottoscritta da un commercialista di fiducia. In sostanza la ritardata conclusione dei lavori di ripavimentazione della piazza, avrebbe penalizzato il Dulè.

L’ente – difeso dall’avvocato Marina Vannucci – ha invece dimostrato che i ridotti incassi non furono imputabili all’area di cantiere che, anzi, per volere del primo cittadino Bruno Murzi, in vista della stagione turistica, fu progressivamente arretrata, rendendo così visibile il locale ai possibili avventori. Altri furono i fattori a determinare i minori ricavi per il ristorante, come accertato dal giudice: dalla ritardata apertura del locale a causa del Covid, ad una minore occupazione del suolo pubblico, passata da 145 a 64 metri quadrati, in quanto la società non aveva più la locazione del fondo attiguo. In ogni caso, la concessione di suolo pubblico come evidenziato nella sentenza, "di fronte allo svolgimento dei lavori pubblici può essere sempre ridotta senza alcun indennizzo, prevalendo l’interesse pubblico rispetto all’iniziativa economica privata". Il Tribunale ha così condannato la società Molita Srl anche a rifondere al Comune e alle altre parti in cause le spese di lite.

Francesca Navari