Non è mai troppo tardi. Il ritorno tra i banchi di Croci e Puccetti: "Una soddisfazione"

Rispettivamente di 75 e 58 anni, i due si sono appena diplomati "Un grazie va al gruppo serale, affiatato, che ci ha sempre sostenuti".

Non è mai troppo tardi. Il ritorno tra i banchi di Croci e Puccetti: "Una soddisfazione"

Non è mai troppo tardi. Il ritorno tra i banchi di Croci e Puccetti: "Una soddisfazione"

VIAREGGIO

"Non è mai troppo tardi". È con questa frase, come filosofia di vita, e ricordando il programma educativo destinato agli italiani fuori età scolare che negli anni ’60 veniva trasmesso in tv, che Edmondo Croci, 75 anni, insieme al compagno, e amico, Graziano Puccetti, 58 anni, impugna il diploma appena ottenuto. Uno all’indirizzo elettronica ed elettrotecnica dell’Istituto Tecnico Galileo Galilei. L’altro, come conduttore navale, all’Istituto Tecnico Nautico Artiglio.

Entrambi, dopo una vita passata a lavorare. Come tecnico per l’assistenza di macchinari di lavanderia Edmondo, ora in pensione, che, come racconta, "dopo 32 anni nelle Marche, dove mi ero trasferito per amore, e dove sta ancora tutta la mia famiglia, e i miei tre figli, sono tornato nella mia città". E che, nel 2013, grazie ad un annuncio pubblicitario della scuola serale, ha deciso di rimettersi in gioco e tornare a scuola. "L’ho fatto perché credo che la conoscenza sia oro e le cose mi piace saperle - continua Croci - Monto e smonto oggetti da quando sono piccolo. Ricordo che a 5 anni io e mio fratello sistemammo una lampadina a capo del letto senza l’aiuto di mio padre, anche lui elettricista, che mi portava con sé a lavoro. È una passione, dunque, che ho nel sangue. E per moltissimo tempo sono stato uno di quelli che diceva che la pratica vale molto più della teoria, ma mi sono dovuto ricredere. Ho imparato cose che prima, seppur lavorando, non sapevo, ad esempio formule, ridimensionamento delle linee o la media tensione. Mi ci sono voluti 11 anni, perché dopo aver preso prima, seconda e terza, mi sono dovuto fermare qualche tempo per diversi problemi. Ma alla fine ce l’ho fatta ed è andata bene, anche grazie ad un gruppo affiatato di ragazzi che mi ha aiutato e con cui ci siamo sostenuti a vicenda. L’età è quella che è, ma vediamo, il prossimo anno può essere che faccia qualcos’altro - conclude, ridendo, Edmondo Croci - Magari mi butto sul Nautico...".

Navi su cui, invece, Graziano Puccetti ha passato 35 anni, tra i cantieri Benetti e quelli di Carrara, svolgendo "come una trottola", le mansioni più svariate, da capofficina alla gestione della parte elettrica e meccanica. "Durante il periodo Covid, però, dopo anche la crisi della nautica, da Viareggio sono tornato a Massaciuccoli, dai miei genitori, che avevano bisogno del mio aiuto - racconta Puccetti - E nel frattempo ho cercato lavoro in ambito cantieristico più consono alle mie nuove necessità personali. Avevo già un attestato dei primi due anni di superiori, preso con i primi esperimenti che facevano all’Inapli al Varignano, ora smantellato, con due anni di scuola e uno di lavoro. Al tempo insegnavano a fare sulle navi il lavoro dei motoristi, e tutti quelli che frequentavano andavano a lavorare nella nautica. Riprendendo gli studi, volevo avviarmi su quella strada, del motorista, che è un tipo di figura mancante, perchè anche i ragazzi giovani lo vedono come un lavoro “sporco“, ma che implica invece uno studio spesso anche ostico di meccanica ed elettronica che vanno avanti a passi enormi. Ma il mio professore mi ha proposto di prendere la patente come ufficiale per andare sopra le navi e ho sfruttato l’occasione". Così, come un’occasione, è stata anche tornare tra i banchi di scuola, non soltanto per approfondire materie specifiche, ma riscoprire quelle che, ai tempi, non si era riusciti, o potuti, approfondire. "Vado bene nelle materie tecniche, come matematica, impianti radar, tutto ciò che riguarda la navigazione, perché è stato il mio lavoro, per cui ho anche visto una crescita di sistemi nuovi e più green. Ma la passione dei professori mi ha aiutato a scoprire la filosofia e le arti. E ora si spera, che, questo diploma, porti più possibilità...".

Gaia Parrini