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Non solo magrezza: i canoni di bellezza nella storia Dalle statue preistoriche alle modelle di oggi

Il canone della bellezza ideale è cambiato con il passare dei secoli. Nell’arte preistorica per esempio venivano rappresentate donne con il volto non molto

visibile perché considerato di scarsa importanza, mentre le parti caratteristiche femminili (seno, fianchi e ventre) erano molto evidenziate perché considerate simbolo di fertilità. Nel periodo della Grecia antica, invece, un corpo era considerato bello ed elegante quando era alto e muscoloso: infatti erano raffigurati principalmente uomini.

Nel Medioevo si dava meno importanza all’aspetto esteriore, perciò a differenza di tutte le altre epoche non si è teorizzato un vero e proprio canone di bellezza. Nel Rinascimento il corpo considerato bello era soprattutto quello femminile, e nella pittura erano rappresentate donne “in carne”, quasi grasse secondo i criteri di oggi. Nel ventesimo secolo la rappresentazione artistica ha preferito bellezze poco armoniche e irregolari, mentre nel campo della moda il canone femminile ha conosciuto grandi cambiamenti: a inizio secolo erano privilegiate donne esili, dopo la seconda guerra mondiale al contrario quelle dalle forme floride (le ‘maggiorate’), mentre le modelle degli ultimi decenni sono state molto magre. Contro il modello di eccessiva magrezza, recentemente si stanno tornando a valorizzare bellezze più formose, dette curvy.