MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

"Non trascurate malesseri e disagi emotivi"

Il monito di Intaschi, psichiatra e direttore del Serd: "I casi di malamovida e l’aumento degli incidenti sono un campanello d’allarme"

di Martina Del Chicca

L’onda lunga del Covid-19 mostra già i suoi effetti sulla salute mentale. Effetti che nel prossimo futuro, se sottovalutati, potrebbero portare ad un aumento, trasversale, dei casi di patologie da dipendenza. Il rischio infatti è che per attutire un disagio emotivo, nato dall’isolamento, dal senso di precarietà, dalla paura o dallo smarrimento, si ricerchi nelle sostanze stupefacenti o nell’alcool il piacere o un modo per placare la sofferenza. Un’auto-cura, un rifugio, che però complica soltanto l’esistenza.

Per questo "è fondamentale prepararsi e ampliare l’accesso alle cure, con particolare attenzione per i giovanissimi, le persone più vulnerabili o più esposte alla crisi economica scatenata dall’emergenza sanitaria". Il monito arriva dal medico psichiatra Guido Intaschi, responsabile del Serd. Ma l’obiettivo più ambizioso per chi da anni è attivo nel settore della cura delle dipendenze resta, sempre, la prevenzione. Per questo lo specialista lancia l’appello a "non trascurare alcun segnale di malessere; e le prime sentinelle – prosegue – possono e devono essere i familiari e gli amici. Persone in grado di lanciare il primo allarme, aiutando i pazienti ad intraprendere un percorso di terapia". Secondo Intaschi proprio "gli eccessi di quella che viene definita ’Malamovida’, e che hanno tenuto banco sui giornali la scorsa estate, sono un campanello che non può essere ignorato". Come non si può trascurare il numero di incidenti stradali "che sta progressivamente aumentando e che sempre più spesso risultano causati da chi si mette alla guida in una condizione di alterazione".

I casi di dipendenze conclamati infatti sono soltanto la punta di un iceberg, perché chi ne è vittima in larga parte non vuole accettare il problema o lo sottovaluta. "Da quando è esplosa la pandemia il numero degli utenti in cura al Serd, dunque le persone assistite con una specifica terapia per una dipendenza da stupefacenti o alcool, ha subito una leggera diminuzione – analizza Intaschi –. Al momento gli assistiti sono poco più di mille: tra i 600 e i 700 quelli che stanno affrontando un percorso di terapia contro la tossicodipendenza – contro gli 800 del periodo pre-pandemia – mentre gli alcolisti sono attualmente circa 350". Ma è prevedibile che già da quest’anno gli accessi tornino a crescere, per effetto delle sofferenze interiori che la pandemia ha scatenato. Sofferenze da cui si prova a fuggire in ogni modo, anche con gli eccessi.

"Molte patologie psichiche, come l’autolesionismo, la depressione, gli stati di panico, i disturbi alimentari – conferma lo psichiatra – dallo scoppio della pandemia in avanti hanno mostrato segnali di peggioramento anche sul nostro territorio". Ed è soprattutto nella fase adolescenziale che questo disagio è in forte crescita. "Perché l’adolescenza – spiega lo psicologo Emanuele Palagi – è l’età del gruppo, in cui l’incontro è fondamentale. L’ansia naturale delle relazioni si supera infatti per esposizione, questo significa che più viviamo le relazioni e più questo sentimento si attenua". Durante il periodo del lockdown, però, le interazioni si sono bruscamente interrotte "e nel ritorno alla normalità – prosegue Palagi – questo sentimento di inadeguatezza è aumentato. Perché se da una parte Internet, anche attraverso i social, non ci ha fatto sentire soli; dall’altra si è modificata l’attitudine alla socialità".