
Pietrasanta, 15 agosto 2019 - Se fosse una pièce teatrale potremmo intitolarla «follia in tre atti»: all’1.30 giovani che saltano sui lettini dei bagni, rompendoli, alle 4 rissa tra buttafuori e clienti che si tuffano nella piscina della discoteca, con due feriti lievi, e alle 6 gruppi di ubriachi che si sfidano brandendo pezzi di ombrelloni. Una movida folle e incontrollata quella andata in scena martedì notte tra Focette e Motrone, ombelico delle discoteche della Versilia ma anche di ripetuti e ormai cronici episodi che nulla hanno a che vedere con il sano divertimento. I carabinieri di Marina di Pietrasanta sono intervenuti a più riprese, chiamati e sollecitati dagli operatori della zona, con le indagini ancora in corso per capire cos’è successo e dare un nome ai responsabili.
Testimone della prima scorribanda è Francesco Verona, presidente dei balneari e marito della titolare del bagno King. «La guardia giurata mi ha chiamato alle 1.30 – racconta – perché un gruppo di giovani stava saltando sui lettini, rompendo un telone oltre a rubare gli schienali delle sedie. Sono gruppi numerosi e ‘alterati’ dall’alcol, affrontarli è rischioso perché si può essere aggrediti. E’ stato firmato un patto per la notte, ma chi è che lo fa rispettare? Gli agenti in servizio sono troppo pochi». Due ore e mezzo più tardi è scoppiato il finimondo al Seven, dove alcuni giovani si sono tuffati nella piscina della discoteca. Gli uomini della security li hanno invitati a uscire, ma la zuffa è stata inevitabile e alla fine due buttafuori si sono recati al pronto soccorso per alcune contusioni. I carabinieri stanno interrogando i testimoni per cercare di individuare il gruppo di ‘tuffatori’.
Basta così? Macché: Giacomo Menici, titolare del Vienna Luce, alle 6 ha assistito a scene allucinanti. «Decine di persone se le sono date di santa ragione nella zona di fronte al Seven – dice – con alcuni di loro che avevano pezzi di ombrellone trafugati dalle spiagge e usati come spranghe. Si tratta di faide alimentate da un humus privo di qualsiasi regola, con i gestori come me costretti a barricarsi dentro per evitare il peggio. I carabinieri sono intervenuti a fatica, tant’è che quei delinquenti sono fuggiti dileguandosi in spiaggia». Lo sfogo finale di Menici è rivolto alle istituzioni: «La Marina è un Bronx in abbandono. Eppure il lungomare di una località turistica dovrebbe essere lo specchio della città. La realtà è che i locali non sono più da ballo ma da sballo, siamo in balia di gente che può fare quel che vuole. Questa è una zona sempre più ferita e logorata: ci vuole più rigore, imponendo alle discoteche di chiudere alle 3.30 e non alle 5. Gli amministratori non dovrebbero permettere un degrado del genere, devono agire dall’alto perché così si distrugge il turismo».
Daniele Masseglia