GUALTIERO STRATA
Cronaca

Nuova frontiera del refit: "Recuperiamo tutto rispettando l’ambiente"

L’ingegner Pilli è general manager di Lusben, che da tempo opera nel settore "Ogni anno mettiamo in acqua una settantina di yacht, ma servono più spazi".

Il refit rappresenta da alcuni anni a questa parte un segmento rilevante dell’industria nautica. Con un fatturato stimato da Confindustria che si aggirava nel 2023 su quasi 500 milioni l’anno, in crescita rispetto agli anni precedenti. Questi e altri aspetti sono stati al centro degli incontri organizzati all’interno di Yare, l’evento internazionale organizzato da Navigo dedicato all’industria SuperYacht che porta a Viareggio e nel distretto nautico più importante al mondo comandanti di megayacht, cantieri e imprese dell’intera filiera dell’aftersales & refit. Abbiamo approfondito prospettive e sviluppo del refit con l’ingegner Ferdinando Pilli (nella foto), general manager di Lusben, storico cantiere del refit, da anni facente parte del gruppo Azimut Benetti. Lusben è tra i primi operatori nel refit e assistenza con un fatturato milionario e molte decine di operatori diretti e indiretti ed è attiva da decine di anni a Viareggio.

Ingegnere, quali obiettivi e quali finalità vi proponete con l’attività di refitting?

"Più che di obiettivi, parlerei piuttosto di un nostro imperativo categorico".

Che sarebbe?

"Recuperare tutto ciò che è possibile per la sostenibilità ambientale e per il riciclo dei materiali. Così come non usare più il legno pregiato teak sostituito dal sughero, con la stessa forma e colore".

Quali sono le prospettive di crescita, considerando anche gli spazi operativi a disposizione?

"Noi abbiamo una movimentazione di yacht pari a circa 70 unità all’anno, compreso il nuovo da varare, e inoltre all’interno della nostra area esistono dei capannoni dove vengono costruiti gli Azimut Grande e i Benetti Oasis 40. E’ un’attività complessa e molto attenzionata che comunque riusciamo a portare avanti con efficacia e sicurezza. Siamo soddisfatti del lavoro svolto e stiamo elaborando soluzioni innovative".

Gli spazi per la vostra attività sono sufficienti o ne servirebbero altri?

"Per gli spazi a disposizione ovviamente ce ne servirebbero altri, specie per gli yacht tra i 30 e i 40 metri che sono la maggior parte. E anche per contrastare la forte concorrenza di altri operatori italiani ed esteri nel nostro settore del refit".

Quali sono stati i più importanti lavori dell’ultimo periodo?

"Certamente gli interventi fatti sul Sofia III di 45 metri, dove abbiamo curato gli interni, e il Perini Andromeda la Dea, a due alberi, completamente svuotato e ricostruito ex novo".

Walter Strata