TOMMASO
Cronaca

"Oltre il microcosmo urbano: l'importanza di guardare al macrocosmo sociale"

L'articolo di Tommaso Strambi riflette sull'importanza di alzare lo sguardo dal microcosmo quotidiano per osservare il macrocosmo in continuo cambiamento. Gaia Parrini esplora le storie di migranti dietro ai corrieri low cost che operano in città, suggerendo una riflessione sull'uso degli spazi urbani per rispondere alle nuove esigenze sociali.

Strambi

Mmille occhi sono anche i nostri. Quelli con cui dovremmo guardare ogni giorno oltre il microcosmo che ci circonda. E che, sempre più spesso, rappresenta anche la copertina di Linus sotto cui rifugiarsi in quel riflusso nel privato per cui l’universo inizia e termina sullo schermo del nostro smartphone. Eppure basta poco per alzare lo sguardo. Per imparare ad osservare il macrocosmo che ci gira intorno e che è anche portatore di mutamenti. È quello che ha fatto la nostra Gaia Parrini in questi ultimi giorni. È uscita, in sella alla sua bicicletta multicolor, per raccontare i cambiamenti che attraversano nel quotidiano la città. Chissà quante volte vi è capitato anche a voi di transitare la mattina presto del sabato in piazza D’Azeglio e vedere donne (giovani e non) consegnare pacchi ad alcuni autisti in attesa vicino ai loro furgoni. Sono i “corrieri“ low cost che ogni settimana partono da lì per portare in Romania, Moldavia, Georgia indumenti o alimenti alle famiglie delle badanti che vivono in mezzo a noi. Un “servizio“ a costo concorrenziale rispetto a quello delle grandi compagnie. Ma non è solo questo. Dietro ad ogni pacco ci sono storie di migranti arrivate qui per avere un futuro migliore. Alcune lo hanno anche trovato, come la protagonista dell’incontro con Gaia. Ma questo è solo un esempio, come il giorno prima è stato il reportage sui rider. È lo sguardo oltre, appunto. Quella capacità di leggere i cambiamenti e forse anche di suggerire un uso differente degli spazi. Se dagli anni Settanta ad oggi l’urbanistica si è focalizzata sulla progettazione dell’architettura pubblica rispetto allo spazio pubblico, ora è il momento di cambiare paradigma e rigenerare lo spazio urbano in virtù delle mutate esigenze. L’architetto Renzo Piano lo ha definito il rammendo delle periferie. Ma, forse, va esteso oltre il confine limitato della periferia urbanistica per aprirlo a quella della periferia sociale. Offrire spazi per dare opportunità porta anche a restituire sicurezza. Oltre ogni sottigliezza semantica.