Viareggio, 13 settembre 2024 – Lesioni interne gravissime e fatali dovute a schiacciamento. È andata avanti per oltre 3 ore ieri pomeriggio l’autopsia sulla salma di Said Malkoum, il marocchino di 47 anni investito a morte domenica notte in via Coppino a Viareggio dall’imprenditrice Cinzia Dal Pino, attualmente agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
Il medico legale Stefano Pierotti, incaricato dal Pm Sara Polino, ha esaminato a lungo la salma all’obitorio di Lucca, per ricostruire nei dettagli il drammatico e fatale investimento. Per la difesa era presente il dottor Giorgio Puntoni.
Dall’esame necroscopico è emerso che l’uomo ha riportato alcune fratture ma soprattutto lesioni interne addominali gravissime e altre minori in varie parti del corpo, nel ripetuto impatto causato dalla grossa autovettura che l’ha sbattuto contro la vetrata di un’attività commerciale e sul marciapiede, anche quando era ormai inerte.
Said ha anche avuto emorragie interne: un quadro che evidenzia una situazione critica causata dai vari impatti con la vettura investitrice.
La sorella della vittima: “Vogliamo giustizia”
Gli accertamenti del medico legale Pierotti, su istanza del pm Sara Polino, hanno cercato anche di stabilire se l’uomo si sarebbe potuto salvare nel caso che la donna avesse dato tempestivamente l’allarme al 118 dopo l’accaduto. Un interrogativo che al momento non sembra però avere una risposta chiara. Adesso la salma potrà essere restituita ai familiari di Said per le esequie.
Intanto l’imprenditrice balneare Cinzia dal Pino ha passato la prima notte e la prima giornata fuori dal carcere, nella casa di famiglia, circondata dal marito e dalla figlia. E sebbene sia ritornata nella sua abitazione dopo due notti trascorse nella sezione femminile del carcere “Don Bosco“ di Pisa, senza gli impegni di lavoro, il tempo si è dilatato.
Può girare in uno spazio assai meno angusto della cella della Casa Circondariale, ma sono comunque giorni di ’’reclusione’’ forzata. E con il passare delle ore sta prendendo coscienza di quanto è successo domenica notte.
Le parole dell’arcivescovo di Lucca
Dallo spavento per quell’uomo che, nel buio di una notte di pioggia e vento, le apre improvvisamente la portiera del suo suv e le afferra la borsa gridandole in faccia: “Lasciala o ti ammazzo”, al momento in cui 220 metri più avanti in via Coppino sterza la macchina e lo scaraventa violentemente contro la vetrata del negozio Cantalupi.
L’avvocato difensore della donna: “Non voleva uccidere”
“Non volevo ucciderlo”, ha risposto, provata, al gip Alessandro Trinci durante l’interrogatorio di convalida mercoledì mattina. Eppure il video della telecamera di videosorveglianza la mette di fronte ad un’altra scena. Quella in cui per tre volte ingrana la retromarcia e per quattro volte lo investe come un ’’fagotto’’.
Scene che, forse, ora le rimbalzano nella testa con terrore. Come un incubo da cui vorrebbe risvegliarsi. “È provata, affranta”, ha chiosato più volte mercoledì mattina il suo avvocato di fiducia, il professor Enrico Marzaduri. E con il passare dell ore, sicuramente, l’angoscia per quanto è accaduto l’assale.
Come quando ieri mattina gli agenti della Polizia Penitenziaria sono ritornati nella villetta del quartiere in cui vive per applicarle il braccialetto elettronico così come disposto dal gip che, nel non convalidare il fermo, ha comunque disposto anche la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Perché come ha motivato il magistrato nella sua ordinanza, pur non susstendo il pericolo di inquinamento delle prove o quello della fuga, Cinzia Dal Pino “potenzialmente potrebbe rifare quanto ha fatto domenica scorsa”. Anche per questo il gip ha confermato l’accusa di omicidio volontario. E che, adesso, anche l’autopsia sembrerebbe confermare in tutta la sua drammaticità, il marocchino Said Malkoun: è morto per le lesioni interne e per gravi traumi addominali.
p.pac.