Non ci sarà nessun processo a carico delle tre persone indagate dopo la tragica morte di Andrea Figaia, l’operaio di 59 anni, originario di Avenza, che il 28 ottobre 2020 perse la vita alla cava di marmo Borra Larga a Levigliani, nell’area del Monte Corchia (nella foto i successivi soccorsi). Al termine della lunga udienza preliminare che si è svolta lunedì al tribunale di Lucca, il gup Antonia Aracri ha infatti stabilito il non luogo a procedere e pertanto il dibattimento non partirà nemmeno.
Quel maledetto giorno Figaia rimase schiacciato tra un macchinario “Fantini“ da galleria, che si manovra tramite telecomando, e la parete rocciosa, riportando uno schiacciamento addominale che purtroppo risultò fatale. Alla sbarra erano finiti il titolare della ditta dov’è avvenuto l’incidente, il titolare della ditta che ha fornito il macchinario e un operaio che stava lavorando insieme a Figaia. Il perito nominato dal giudice aveva fatto delle prove con un analogo macchinario e alla luce dei risultati forniti il giudice ha stabilito che non ci fossero elementi probatori a carico dei tre imputati tali da giustificare un processo. In sostanza non sono emerse condotte irregolari o negligenze legate alla tragedia avvenuta a Levigliani. Una decisione che ha inevitabilmente acuito il dolore dei familiari del 59enne e di tutti coloro che lo conoscevano.
Daniele Masseglia