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"Ossigeno sotto le radici Così salviamo gli alberi"

Esperti botanici e professionisti hanno messo a punto una tecnologia innovativa. Le esperienze in altre località di mare hanno già dato risultati confortanti

Una speranza per salvare i pini dall’abbattimento forse c’è. Se ne è parlato al convegno a villa Paolina “Conservazione, cura e gestione del pino domestico in città” su invito di Italia Nostra e del Comitato per la salvezza della pineta, il gruppo di lavoro “Alle radici dell’albero”. Sono state illustrate in termini scientifici le varie opzioni per come procedere sulle operazioni di monitoraggio, contenimento, ancoraggio e cura dei sistemi radicali con analisi del rischio e valutazione fitostatica degli individui arborei. Il gruppo di lavoro è composto da professionisti come i dottori forestali Gian Piero Cantiani e Luigi Strazzabosco, dall’agronomo Andrea Santacroce, dagli agrotecnici e arboricoltori Luca Belardinelli e Massimo Mariani, oltre che da Renzo Puccini di Fast Italia. Le esperienze già maturate e coronate da successi evidenti, sono state quelle messe in campo a Lignano Sabbiadoro in provincia di Udine, notissima località balneare, e a Roma in piazza Santa Maria della Pietà. “A Lignano, sono stati monitorati 215 pini su 350 lungo viale Trieste proprio a ridosso della spiaggia – ha spiegato Strazzabosco, ricordando che le radici hanno bisogno di respirare con un optimum del 17% di ossigeno – e quindi abbiamo proceduto con un sistema tecnico innovativo a dare aria anche sotto terra alla radici. Successivamente è risultato il raddoppio alla resistenza al ribaltamento del pino sotto la spinta del vento, che ci ha confermato la validità di quello specifico intervento come primo importante studio preventivo mai fatto prima in Italia. E da 5 anni non cadono più pini”.

Diverso il tipo di lavoro svolto a Roma, dove il suolo in quel sito è di tipo cappellaccio tufaceo e quindi molto resistente. “In quel caso abbiamo posto in opera sulle radici riportate alla luce, tre ancoraggi meccanici che garantiscono, ciascuno, un carico di 90 quintali. Nei due interventi fatti, sono stati messi in sicurezza molti alberi, mentre continuano le osservazioni”. Santacroce, da parte sua, ha proceduto alla verifica per diagnostica delle alberature e alla loro valutazione per i parametri biomeccanici, dai quali si evince che occorrono 144 valori da analizzare prima di abbattere un albero. “Il cosiddetto fattore di sicurezza – ha detto – è quando si registra il valore più basso, pari a 0,74. In quel momento l’albero è da abbattere. A valori medi di 1,5 l’albero è in sicurezza e si presta al consolidamento che vale 2 o 3 volte la spesa per tagliarlo, considerando solo, ad esempio, che occorrono molti anni per farlo ricrescere”. Alla conferenza era presente anche Duilio Francesconi presidente della commissione ambiente comunale: “Siamo qui per imparare e cerchiamo una collaborazione a 360 gradi con le associazioni per questi problemi”.

Walter Strata