
Papa Francesco insieme a Paolo Brosio
Forte dei Marmi (Lucca), 22 aprile 2025 – “Mi aveva promesso che, quando l’ospedale di Medjugorje ora in costruzione, fosse stato ultimato ci avrebbe ricevuti in Vaticano ringraziando personalmente tutti coloro che hanno realizzato l’opera. Ora spero che sia il nuovo Papa ad inaugurare la struttura sanitaria in Bosnia”.
Paolo Brosio è molto addolorato per la scomparsa di papa Francesco. Da cui era stato ricevuto insieme alla mamma Anna (mancata due anni fa) e ai volontari della sua Onlus “Olimpiadi del cuore” il 9 aprile del 2015. “Fu un incontro bellissimo in Vaticano – racconta Brosio –. Io e mia madre eravamo raggianti e fu l’inizio dell’avventura che porterà spero presto al completamento dell’ospedale che come Onlus realizziamo nei luoghi mariani”. Questo incontro in Vaticano avvenne per volere di Bergoglio dopo che Paolo Brosio era stato oggetto di uno scherzo del programma ‘Le Iene’ che fece molto discutere.
“Lo scherzo era del settembre 2014 – spiega Brosio – e la voce di un finto Papa mi contattò per telefono mentre a casa mia a Forte dei Marmi si erano presentati, con una scusa, dei falsi operatori e giornalisti di una Tv straniera. La voce di Bergoglio, perfettamente riprodotta, era quella dell’imitatore livornese Leonardo Fiaschi”. Paolo scoprì lo scherzo che era stato filmato e venne contattato da Mediaset, che deve avere la liberatoria dei protagonisti. “Inizialmente non ne volevo sapere perché mi ero troppo arrabbiato per quello che era successo. Poi mi chiamò il mio amico Paolo Bonolis che conduceva il programma e diedi l’ok in cambio di un aiuto concreto di raccolta fondi per l’ospedale di Medjugorje tramite la sottoscrizione di Media Friends”.
Nel gennaio 2015 lo scherzo andò in onda con un ascolto incredibile. "Lo videro in dieci milioni e pochi giorni dopo mi chiamarono dal Vaticano. Io ero scottato da quello che era successo e buttai giù il telefono, credendo a un’altra burla. Invece il capo della gendarmeria vaticana mi disse che mi stavano cercando davvero e rintracciai chi mi aveva chiamato, monsignor Leonardo Sapienza, che mi disse che il Santo Padre voleva riceverci. Fu una grande gioia e il 9 aprile 2015 è un giorno che rimarrà per sempre impresso nella mia memoria. Io ero felicissimo come mia madre Anna. Papa Francesco si intrattenne per un’ora con me. Volle sapere il mio pensiero su Medjugorje che è stato il luogo della mia conversione. Io gli regalai la maglietta con la scritta ‘W la Gospa’ che in croato significa Madonna e gli illustrai il progetto dell’ospedale che ora stiamo creando in Bosnia donandogli il ‘Mattone del cuore’. Bergoglio mi disse che era entusiasta ma consigliò di chiamarlo ospedale della Pace e non San Giacomo come pensavo in omaggio del patrono di Medjugorje. Dieci anni fa mi disse chiaramente che nel giro di poco tempo ci sarebbero state guerre sanguinose in Europa e bisognava mandare un chiaro messaggio di Pace in una terra dell’Est che era stata martoriata negli anni Novanta da un sanguinoso conflitto. Per questo lo chiameremo ospedale della Pace per tutte le etnie e tutte le fedi religiose”.
In Bosnia, conclusa la realizzazione delle opere murarie, proprio in questi giorni si è ripreso a lavorare per il completamento. “L’ospedale – dice Brosio commosso – sarà per sempre nel segno di questo straordinario Pontefice che ha svolto un’opera meravigliosa a favore degli ultimi e della Pace. Mi preannunciò che nel giro di poco tempo avrebbe inviato a Medjugorje un suo inviato speciale ed infatti nominò monsignor Henrik Hoser, già arcivescovo di Varsavia e Praga. E nei mesi scorsi c’è stato un pronunciamento importante su quanto accade a Medjugorje. Quell’incontro fu indimenticabile e ricordo la felicità di mia mamma Anna nel raccontare al Santo Padre che dopo tanti anni di preghiera aveva visto suo figlio avvicinarsi a Dio”.