
Ambulanza
Viareggio, 15 ottobre 2015 - UN DOLORE doppio. Dal quale si fa fatica ad uscire fuori: la morte del figlio sull’auto guidata dal padre. Il quale padre, a tre anni da quel drammatico 29 settembre 2012 – quando perse le vita, il 26enne Alessandro Donati di Pisa, studente universitario, giocatore di basket nella formazione della Ies impegnata nel campionato regionale di serie D -, è comparso di fronte al giudice del Tribunale di Lucca per essere giudicato per omicidio colposo.
INSOMMA per il padre di Alessandro è stato un continuo rinnovare il dolore per la scomparsa del figlio: l’uomo ha patteggiato la pena di fronte al gup di Lucca, Giuseppe Pezzuti. Nove mesi di reclusione, ovviamente con i doppi benefici di legge: pena sospesa e non menzione. Nel processo è stato completamente assolto l’autista del mezzo – un 26enne di Massa – contro il quale andò a schiantarsi, poco prima del casello di Viareggio in direzione Sud della Sestri Levante-Livorno. In pratica non sono state accertate responsabilità di alcun tipo nei confronti del giovane: l’autocarro che guidava – carico di tubi di ferro – era perfettamente in regola anche nella gestione e nella segnalazione del carico.
ALESSANDRO Donati giocava con la formazione della Ies Pisa: quella sera la squadra squadra era impegnata a Carrara. Ad accompagnarlo in trasferta c’erano in padre e la sua fidanzata. Sulla strada del ritorno l’incidente mortale con il decesso del giovane provovato dai tubi del camion che finirino addosso all’auto del padre di Donati colpendo il giovane, dopo avere sfondato il vetro anteriore. Gli accertamenti della polizia hanno dimostrato che il carico del camion non era sporgente e che quindi non c’erano colpe dirette da parte del conducente del mezzo che rimase leggermente ferito nel tamponamento così come la persona che si trovava sul mezzo al momento del tamponamento.