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Le categorie del turismo di Lido di Camaiore sollevano la questione delle tariffe idriche di Gaia che, dopo l’estate zoppa del Covid, e già due lockdown, non potranno pagare. Sono cifre che per gli alberghi diventano astronomiche: gli esempi presentati sono un hotel che paga 132 mila euro l’anno, un bagno che paga 18 mila euro, e un ristorante che spende 8 mila euro. Maria Bracciotti (albergatori), Carmelo Donzella (commercianti) e Marco Daddio (balneari) di Lido di Camaiore si dicono certi di poter parlare "anche a nome degli imprenditori degli altri Comuni versiliesi".
I balneari hanno avuto meno danni dal Covid, soprattutto chi ha annesso il ristorante. Forse qualcuno ha incassato più che in passato. Per gli alberghi, e anche i ristoranti senza déhors, è stata ed è di nuovo una tragedia. I tre presidenti delle associazioni hanno scritto a Gaia pronosticando che il dramma ci sarà anche nel 2021 e 2022: "La tariffa che paghiamo é insostenibile economicamente. Questa situazione che ci portiamo avanti da anni si é aggravata considerevolmente con l’arrivo della pandemia e molte aziende devono ricorrere ad un finanziamento bancario per far fronte ai pagamenti verso Gaia: ciò le porterà in tempi brevi alla chiusura con conseguente perdita dei posti di lavoro. Più volte abbiamo chiesto la rimodulazione delle tariffe anche per le voci “ depurazione ed acquedotto” ma non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta. I nostri amministratori pubblici che vengono nominati nel Cda di Gaia, si ricordano che devono fare gli interessi dei propri cittadini? Come sono investiti soldi in una società con più di 200 milioni di euro di debito, 200 km di tubature in amianto-cemento e una depurazione che ogni anno é causa di divieto di balneazione?
R.V.