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Per Zacconi fu la valle dell’Eden. Dal caffè concerto alla prosa. Il declino ammantato di charme

La lunga storia del monumento eclettico della Passeggiata tornato nell’interesse della città. Nato come edificio di legno, raggiunse l’apoteosi durante la gestione del grande attore.

Per Zacconi fu la valle dell’Eden. Dal caffè concerto alla prosa. Il declino ammantato di charme

La sempre più certa volontà dell’amministrazione comunale di acquisire e recuperare al pieno funzionamento l’Eden rimette al centro dei riflettori questo teatro storico.

L’Eden nasce come caffè concerto nel 1900: è una costruzione di legno e ne è proprietario Paolo Morandi. È l’epoca in cui la zona a mare è punteggiata di costruzioni lignee, in un’ampia varietà di colori e stili. A lungo si è ritenuto che l’Eden avesse ospitato la prima proiezione cinematografica in città, il 18 settembre del 1898; si trattava evidentemente di un errore, visto che il caffè concerto sarebbe stato costruito solo due anni dopo. Ulteriori ricerche hanno messo in luce che quella prima, pionieristica proiezione avvenne invece al teatrino del bagno Nettuno il primo luglio del 1897.

Nel volume “Una stagione teatrale” (Maschietto Editore, 2004) si legge che fino al 1930 l’Eden ospitò numerosi artisti di café chantant, fra i quali primeggiò evidentemente Ettore Petrolini. Nel 1913 il locale venne ricostruito in muratura, ed è anche per questo che l’Eden si salvò dal vasto incendio del 1917 nel quale andarono distrutti gli chalet della Passeggiata.

Nel 1930 irrompe sulla scena Ermete Zacconi. Il patriarca del teatro italiano, colpito dalle numerose presenze di attori e attrici a Viareggio, decise di stabilirsi nel dinamico centro di cultura e spettacolo. Si costruì un teatro su misura, l’Eden, appunto, con un palcoscenico molto profondo e ampi camerini. La nuova costruzione che rimpiazzava il Caffè concerto venne progettata da Ario Morandi e inaugurata il 26 luglio 1930 con “Il cardinale Lambertini” di Testoni, uno dei cavalli di battaglia del grande Ermete. L’edificio è quello giunto fino a noi e ancora oggi si può leggere, sulla sommità della facciata, la scritta “Sate”. L’acronimo sta per “Società anonima teatro Eden”, impresa nella quale Zacconi esercitava la funzione di dominus. Dunque fino al 1940 la gestione è nelle mani del vecchio attore. All’Eden si esibiscono compagnie celebri (Antonio Gandusio, Gino Cervi, Camillo Pilotto, Tatiana Pavlova, Gilberto Govi, Totò). Già dagli anni ’20 il locale ospita anche proiezioni cinematografiche. L’utilizzo come sala cinematografica diventerà prevalente dopo il 1936, anche se non mancheranno spettacoli teatrali e di rivista.

Nel dopoguerra si registra la mutilazione del teatro Eden. Zacconi muore, ultranovantenne, nel 1948. Dopo la scomparsa del patriarca, scrive Paola Gassman nel suo libro autobiografico “Una grande famiglia dietro le spalle” (Marsilio Editori, 2007), una volta venduta la casa di via Garibaldi, “si pose dunque il problema per la nonna Ines (Ines Cristina, la vedova di Ermete, ndr) di dove andare ad abitare e fu alla fine presa la curiosa decisione di adibire una parte dell’immenso palcoscenico del teatro Eden alla costruzione abusiva, allora tollerata, di alcuni appartamenti che avrebbero ospitato, separati ma vicini, i vari componenti della famiglia”.

Siamo nei primi anni ‘50, visto che Ines Cristina sarebbe morta nel 1954. La testimonianza di Paola Gassman è più che attendibile; la futura attrice, all’epoca poco più che bambina, soggiornò a lungo in quegli appartamenti affacciati sulla spiaggia. L’Eden fu così sacrificato, come teatro storico, alle comodità degli eredi Zacconi, nell’indifferenza dei poteri pubblici.

Per questo dagli anni ‘50 in poi l’Eden è stato soprattutto un cinematografo, anche se nel corso del tempo si sono avvicendati spettacoli teatrali e di rivista.

Negli anni ‘80 si registra il primo tentativo di acquisire il teatro Eden al patrimonio comunale. L’iniziativa è dell’allora assessore alla cultura Aldo Belli, già enfant prodige del Pci. Belli arriva a predisporre un contratto e un’intesa di massima con la proprietà, ma deve rinunciare, anche per il fuoco di sbarramento proveniente da settori del Psi, che avrebbero preferito acquistare il Politeama. Così l’Eden resta prevalentemente cinema, anche se ogni tanto si alternano spettacoli di altro genere, come la “Canzonetta dei Rioni”. Tutto questo fino alla malinconica chiusura del 2020.

Umberto Guidi

Chiara Sacchetti