Al già complicato dossier Perini Navi sta per aggiungersi, entro il prossimo mese di luglio, un capitolo decisivo, cioè quello della procedura competitiva per l’acquisizione in blocco dei cantieri di Viareggio e di La Spezia. Il curatore fallimentare Franco Della Santa, che nel frattempo ha venduto il cantiere Perini in Turchia per oltre 30 milioni di euro, ottenendo un surplus di oltre il doppio del preventivato base, sta ricevendo le perizie di stima relative al dossier, in base alle quali sarà valutata in toto la procedura competitiva.
Questa azione deve avere una adeguata pubblicizzazione e successivo trasferimento dei beni con atto notarile tra il curatore e l’acquirente. Dopo un periodo così lungo di stop, c’è necessità di procedere velocemente per dare agio alla nuova proprietà di intervenire nei semi-finished products delle imbarcazioni. L’esame dello stato passivo dell’azienda è stato rimandato all’8 ottobre, e comunque ciò non incide sul lavoro della curatela in atto.
Dal punto di vista occupazionale, ad oggi restano in forza come dipendenti diretti nei due siti produttivi circa 80 persone. Le aziende terziste coinvolte nel fallimento Perini Navi, secondo l’associazione di categoria Cna, hanno quasi 500 fra dipendenti e collaboratori vari che lavoravano sulle splendide barche a vela che Fabio Perini ideò 38 anni fa. Queste forze lavoro hanno trovato nel frattempo parziale impiego, secondo i rumors, presso altri cantieri che hanno curato refit e messa a punto di barche Perini per la stagione in corso.
Restano infine in ballo le aziende nautiche già interessate alla questione: Ferretti insieme a Sanlorenzo, Palumbo Superyacht e Italian Sea Group. Mesi addietro sembrava esistere anche un concorrente estero, ma non se ne ha più notizia. Da parte sua, il sindacato Fiom Cgil continua a seguire strettamente la vicenda, e ribadisce di "volersi misurare con le imprese interessate sulla base di precisi piani industriali, di garanzia, prospettiva e investimenti".
Walter Strata