
Maurizio Acampora
Viareggio, 29 aprile 2020 - Sono il simbolo della solitudine e del coraggio, perché pur consapevoli che nel loro navigare oltre i confini della terra ferma possono incontrare la tempesta, non rimangono mai a riva. E anche in questa burrasca scatenata dal Coronavirus, dopo aver toccato il fondo, i pescatori viareggini hanno saputo riprendere la rotta.
“Solo un mese fa mi chiedevo come saremmo potuti andare avanti, come avremmo sostenuto le nostre famiglie. E adesso non solo i conti tornano – racconta Maurizio Acampora, presidente della Cooperativa Mare Nostrum – e ora invece abbiamo addirittura assunto una persona per aiutarci a pulire e sfilettare il pesce che vendiamo ai nostri clienti”.
Conquistati uno ad uno con la rete, non quella calata al largo. Quella internet, sulle chat di Whatsapp i pescatori di Mare Nostrum allestiscono ogni giorno, con foto e video, un ricco banco del pesce. E fioccano gli ordini. In due mesi è cambiato tutto, vecchie certezze si sono sgretolate mentre si stanno costruendo nuove consapevolezze.
“Anche il mare è cambiato – dice Acampora –, adesso è così limpido e quieto” . Fino a febbraio Maurizio riforniva il mercato milanese, “tra i più ricchi del Paese”. Gran parte del bilancio della sua impresa familiare, come quella di molti colleghi, si reggeva sulla vendita all’ingrosso. Poi il blocco della attività ristorative ha congelato il mercato dell’ittico
“Solo con la bancarella – di quelle da cartolina in piazza Don Sirio Politi – non saremmo riusciti ad andare avanti. E allora insieme ad altri pescatori delle Cooperativa abbiamo pensato di ripartire dai nostri gruppi d’acquisto, che già servivamo prima dell’emergenza sanitaria, dunque potenziando la vendita a domicilio del pescato del giorno presentato attraverso le chat di WhatsApp”, che giorno dopo giorno sono cresciute grazie al passaparola. Oggi ce ne sono tre, gestite da dieci pescatori della Cooperativa che si spartiscono gli ordini e i clienti oltre il confine versiliese.
“Solo a Viareggio riusciamo a servire circa 350 famiglie, che non avremmo potuto raggiungere restando ad aspettarle dietro alle nostre bancarelle. Ma non solo, forse non saremmo neppure riusciti a creare un legame di confidenza così stretto” prosegue Acampora. Ogni ma ttina, quando il tempo e il mare concedono ai pescherecci di uscire, nelle chat di WhatsApp arrivano le fotografie dei prodotti ittici.
E non sono solo le cassette. L’obiettivo dal pesce si allarga sull’orizzonte, sul sole che batte sul pelo dell’acqua; si concentra sui particolari delle reti generose, sui volti segnati dalla fatica ma mai stanchi dei pescatori. Quelle fotografie sono molto più di una vetrina. Sono un racconto ricco di poesia, uno spaccato di vita.
“Di volta in volta – prosegue Acampora – mostriamo poi come si pulisce il pesce, come si confeziona, come funziona il sottovuoto. E le persone, avendo più tempo a disposizione, ascoltano. Si appassionano. Si scambiano ricette, consigli e si sfidano condividendo i piatti appena cucinati. Tutto il percorso, dalla pesca, alla vendita, al rapporto con i clienti è tornato ad essere umano”.
E Acampora è deciso a non lasciare la nuova rotta: “Potenzieremo questo servizio, che ci sta regalando delle grandi soddisfazioni. Professionali, ma non solo. Stiamo aggiornando anche il sito della Cooperativa, www.pescato.net, per questo scopo. E quando la pandemia sarà un brutto ricordo e potremo tornare ad incontrarci, abbiamo pensato di organizzare una bella tavolata nella nostra piazza Don Sirio Politi con tutti i membri del gruppo WhatsApp. Sarà bello stare finalmente insieme”.
Martina Del Chicca © RIPRODUZIONE RISERVATA