MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Viareggio, "il porto non si chiude". Draga al lavoro 12 ore per scavare. Scatta nuova protesta

Il governatore Giani faccia a faccia con la marineria viareggina. Delusione di Fedagripesca. Gli imbarazzi di fronte agli errori e ai ritardi dei tecnici ad individuare la soluzione necessaria

Viareggio, 10 gennaio 2024 – Quel peschereccio conficcato negli scogli, scagliato scontro il lungomolo dalla risacca dopo essere rimasto incagliato nelle secche del porto, è la classica trave nell’occhio per l’Authority e della Regione: il problema c’è, è bello grosso, e l’operazione non può essere rinviata. Perché ormai nessuno, che siano pescatori o i comandanti dei grandi yacht che nascono proprio nei cantieri viareggini, è disposto a rischiare la barca e la vita infilandosi nel canale dell’avamporto, sempre più stretto, rimasto ancora navigabile. "Perché è una trappola, il fondale è basso e disomogeneo: rischiamo di fare tutti la fine del Milù".

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"O chiudete il porto, dichiarando che per la pesca è momentaneamente inagibile – ma in quel caso dovrebbero essere previsti ristori per la categoria – o ci mettete nelle condizioni di uscire prevedendo un’opera di dragaggio che sia efficace. Ma non da domani, da subito". É questo che ieri mattina hanno chiesto i pescatori al commissario dell’Autorità Portuale Alessandro Rosselli e al presidente della Regione Eugenio Giani, arrivato fino in cima al molo con il sindaco Giorgio Del Ghingaro, davanti al relitto del Milù, per incontrare la Comandante della Capitaneria, Silvia Brini, e la categoria. Sulla chiusura del porto non ci sono margini di discussione, "Il canale di ingresso, pur ridotto di un terzo rispetto alle sue dimensioni, è ancora navigabile. Dunque – ha detto la comandante Brini – il porto è formalmente accessibile".

Le indagini batimetriche disposte dall’Autorità Portuale, per valutare la profondità del fondale dell’avamporto – "ormai non più di 2 metri, che a seconda della marea possono ridursi di altri settanta centimetri" sostengono i pescatori –, dovranno stabilire con quali restrizioni e precauzioni. "Abbiamo visto che, anche se si è fortemente ridotto il margine di accesso, iI porto comunque può rimanere aperto – ha ribadito Giani nel pomeriggio – perché le navi più piccole e anche medie possono ancora vivere la loro attività".

Peccato che Viareggio sia conosciuta nel mondo per la grande nautica ("E sono tanti i comandanti di yacht che non si avvicinano al nostro porto per evitare i rischi" ha detto proprio a Giani uno di loro) e che anche i grandi pescherecci “tengano famiglia": "Io ho tre persone a bordo – ha raccontato l’armatore di un grande (per l’appunto) peschereccio – se non posso uscire in mare non possono nemmeno pagare i loro stipendi. Perché tutti i risparmi, tra caro gasolio, la crisi e la concorrenza estera, sono finiti".

Per garantire la piena accessibilità del porto il commissario dell’Authority Rosselli ha garantito un’accelerazione nelle operazioni di escavo , replicando alle perplessità sulla funzionalità della draga Aurieldo – "che da dicembre ha lavorato solo 8 giorni e in orario d’ufficio, “soffiando“ la sabbia a soli 150 metri da dove veniva pescata" hanno ribadito i pescatori–, incaricata dell’intervento in somma urgenza (iter che prevede l’affidamento al mezzo disponibile più vicino) a seguito della mareggiata che ad inizio novembre ha scaricato tonnellate di sedimenti nell’avamporto già cronicamente insabbiato. "Con la ditta – ha assicurato Rosselli – abbiamo stabilito di portare a 12 ore i turni di lavoro giornalieri e, quando saranno riusciti ad organizzare il personale, arriveremo fino a 24 ore". Rispetto a come era stato studiato il piano si farà tutto il contrario: "La draga (che aveva cominciato il suo intervento nei pressi della diga foranea) adesso si concentrerà sul canale (sul fronte del vecchio molo) per allargare l’accesso al porto".

Porto che attende i lavori di realizzazione del sabbiodotto, per superare (si spera) definitivamente quello che è, da sempre, il suo tallone d’Achille. "Ho determinato l’accelerazione del sabbiodotto – ha aggiunto Giani, che con la Regione ha impegnato 5 milioni di euro e due anni per la progettazione – che potrà in modo permanente portar via la sabbia ridepositandola a due chilometri dal porto". Ma ci vorranno mesi prima che entri in funzione: "E noi – conclude Alessandra Malfatti , presidente della Cittadella della Pesca – abbiamo bisogno di soluzioni ora. Soluzioni che non sono arrivate dall’incontro con Giani". Per questo stamattina i pescatori usciranno e faranno risuonare in porto lo sirene: "Ci sono imprese che rischiano il futuro".

Ps. Non ci siamo dimenticati del sindaco. Giorgio Del Ghingaro ha scelto il silenzio. Quel silenzio che ha l’umore della quiete, prima della tempesta.