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"Pierino" Graziani. Politico di classe

"Pierino" Graziani. Politico di classe

Chi scrive, ci ha parlato una volta sola. Per telefono. Ma quei dieci minuti, furono una piccola lezione di vita, di passione e amore per la sua terra, e anche di giornalismo. Pierantonio, o semplicemente Pierino, Graziani ha portato il nome di Camaiore a spasso nel mondo della politica nazionale e internazionale, della stampa e della tv. Un fuoriclasse, scomparso a 77 anni, nel settembre di sedici anni fa. È stato parlamentare Dc, europarlamentare del Partito Popolare, direttore del “Popolo” e del Tg 1. Un volto autorevole: le sue parole erano sempre nitide, non si prestavano a interpretazioni. Parole dirette e un’analisi sobria del particolare momento politico che viveva Camaiore all’inizio dell’estate del 1994 – fu in quella occasione che ci fu il ‘nostro’ unico contatto telefonico – per analizzare la storica svolta alle elezioni comunali: nel Palazzo di piazza San Bernardino, sede del Comune, per la prima volta sullo scranno di sindaco saliva un esponente di sinistra, Cristiano Ceragioli dopo 40 anni di monopolio Dc. Pierantonio Graziani parlò come un libro stampato, con semplicità, disegnando nitidamente il quadro all’interno del quale si era materializzata la clamorosa sorpresa. Alla fine della chiacchierata-intervista, parlando dei giornali locali si raccomandò "per fare la cronaca, fate parlare la gente comune e date voce alle loro domande, cercando di trovare le risposte". Poche parole ma guai a dimenticare il consiglio che arrivava da un personaggio del suo calibro. Da ragazzo “Pierino” Graziani – lo hanno raccontato a lungo i suoi coetanei – aveva un passo diverso. Chi vedeva "nel figliolo di Giannino" un giovane destinato ad una brillante carriera romana, ci aveva azzeccato. Camaiore l’aveva nel cuore tanto è vero che a lungo era stato anche sui banchi del consiglio comunale agli albori della sua carriera politica. Quando prendeva la parola, i suoi interventi non erano mai banali, non girava attorno al problema, lo affrontava con piglio e idee chiare, le prove generali di quella che sarebbe stata poi la sua carriera politica, prima nel Parlamento italiano e poi in quello europeo. Il legame con la terra natia è sempre stato motivo di orgoglio anche per le bontà del palato che la tradizione locale riusciva a proporre: quando la sorella Eleonora andava a trovarlo a Roma oltre alle immancabili cipolle rosse (delle quali era un cultore) gli portava qualche piatto tipico, che per i sapori e gli odori chi ricordavano uno spicchio di vita vissuta all’ombra del Gabberi e del Matanna.