Mallegni, l’appello anticipato al 10 settembre. Ma il reintegro può avvenire prima

Oltre al ricorso per il sindaco arriva una bella notizia da Firenze

Massimo Mallegni e a destra in primo piano l’avvocato Sandro Guerra

Massimo Mallegni e a destra in primo piano l’avvocato Sandro Guerra

Pietrasanta, 8 luglio 2015 - Altro che 18 mesi: la sospensione di Massimo Mallegni, scattata venerdì scorso per la legge Severino, durerà al massimo fino al 10 settembre. L’udienza dell’appello ha subìto infatti un altro cambiamento, il terzo per la cronaca, e si terrà appunto tra due mesi. Considerato l’esito dell’udienza, con Mallegni assolto per prescrizione o per proscioglimento, la Severino con lui non sarà più applicabile (a meno che il Tribunale di Firenze decida di sospendere il provvedimento del prefetto anche prima di settembre) e le porte del municipio di piazza Matteotti potranno quindi accoglierlo di nuovo in veste di sindaco. L’ennesimo effetto-elastico è stato comunicato ieri mattina e dovrebbe essere l’ultimo: inizialmente fissata il 30 giugno, l’udienza era stata rinviata di un anno, al 17 giugno 2016, fino alla notizia di ieri. Il bello è che la Corte d’appello di Firenze ha preso questa decisione senza dare il tempo al legale di Mallegni, l’avvocato Sandro Guerra, di fare ricorso per chiedere una verifica su questa tempistica «ballerina», ricorso che a questo punto non ha più motivo d’essere.

«CON grande senso istituzionale – annuncia Sandro Guerra – la Corte d’appello di Firenze ha anticipato l’udienza di discussione dell’appello proposto da Massimo Mallegni, dagli altri imputati, e dalle parti civili, al 10 settembre 2015. Mi rendo conto dell’enorme sacrificio che comporta, per i giudici designati, lo studio di un fascicolo così voluminoso in così breve tempo e per questo non posso che ringraziare il presidente della Corte d’appello e il presidente della seconda sezione penale, che proprio oggi ha emesso il decreto di citazione. Questa è la magistratura che fa onore al nostro Paese». A poco più di tre anni dalla condanna in primo grado per i reati (prescritti) di abuso d’ufficio, corruzione impropria e violenza privata (per gli altri 48 era stato invece assolto), Mallegni vede quindi la sua attesa accorciarsi all’improvviso di nove mesi. «Ci accingevamo a chiedere un anticipo – prosegue Guerra – oltre a presentare il ricorso al presidente della Corte d’appello e a quello della Corte di cassazione: quello della Corte d’appello evidentemente ha ritenuto poco opportuno rimandare l’udienza di un anno. La giustizia deve essere questa: collaborare per risolvere il problema e non per crearne uno in più. Il mio plauso per aver trovato un ‘buchino’ per Mallegni: vorrà dire che mi rovinerò le vacanze». Guerra spiega come procederanno i due binari, a partire da quello penale: «Con l’udienza fissata il 10 settembre dovrò accelerare il lavoro. Tra 15 giorni depositerò i motivi aggiuntivi rispetto all’impugnazione già proposta. Si tratta di nuovi elementi di valutazione che inserirò alla luce della sentenza del Tribunale di Genova del novembre 2012, quando Mallegni fu assolto anche per i reati prescritti. In parallelo c’è la sospensione per la Severino – conclude – che potrebbe concludersi anche prima di settembre: il magistrato sta valutando il fascicolo e dovrà decidere se convocare le parti o fissare l’udienza al Tribunale civile di Firenze». Secco ed entusiasta il commento di Mallegni: «Quando dico che in Italia la giustizia funziona non sbaglio mai: io sono un esempio vivente. Al di là delle ‘manine’, ci sono giudici che emettono provvedimenti con serietà, responsabilità e rispetto».

Daniele Masseglia