
Porto turistico
Viareggio, 18 ottobre 2015 - Il primo appuntamento è per fine mese con l’adunanza dei creditori al Tribunale di Lucca ma per la decisione si dovrà attendere probabilmente a primavera. E’ l’asta per la Viareggio Porto. Ai tre soggetti che hanno manifestato interesse (il gruppo Sgrò, la Beach Property Real Estate con sede a Londra e quello che fa riferimento a Navigo) ne va aggiunto un quarto. Si tratta della ‘Cooperativa Porto turistico Viareggio’ che ha come obiettivo riuscire ad aggiudicarsi la concessione, gli approdi, le strutture e tutto quello che riguarda il porto turistico della Madonnina, in maniera che resti nelle mani di una associazione che dia la possibilità ai diportisti locali di poter gestire, con le proprie risorse, il loro approdo turistico. Oppure trovare un accordo con gli altri soggetti in campo effettuando in entrambi i casi i necessari investimenti.
Primo step: bisogna mettere insieme il 10 per cento della somma necessaria per partecipare all’asta e se la cooperativa riuscirà in definitiva ad essere ammessa tra i concorrenti all’asta, certamente se la giocherà fino in fondo.
Il perché di questo progetto e di questo percorso lo spiega il presidente della ‘Coop Porto turistico Viareggio’ Riccardo Brizzi. «Vogliamo rappresentare quei 400-500 diportisti che intendono il porto turistico nella accezione giusta. Non una struttura che punta solo su 40-50 megayacht bensì un approdo dove le esigenze dei grandi armatori si armonizzano con quelle dei diportiosti medio-piccoli. Che poi dati alla mano sono quelli che creano l’economia di un porto e della città nella quale è inserito».
Quindi grande e piccolo insieme per andare lontano. Qualche dato. «Un diportista – spiega Brizzi – va in media 50 giorni all’anno in mare spende 68 euro a testa per la ristorazione tra quello che consuma in barca e nell’approdo e 47 euro a testa per lo shopping. Poi il diportista versa soldi nel tessuto commerciale della città mentre sappiamo che se il grande investitore prende il porto lo dà in gestione come i servizi che fornisce e si azzera tutto quell’indotto commerciale che dà linfa alla città».
Dunque secondo la Coop. la convivenza fra grandi yach e diporrtisti è possibile armonizzando gli spazi del porto e non frazionandoli. «Seguendo del resto – spiega Brizzi – le indicazioni del piano regolatore del porto. A Viareggio devono continuare a vivere le grandi aziende che hanno permesso nel comparto nautico di renderla celebre in tutto il mondo ma non si può perdere il patrimonio della nautica minore che non è solo un aspetto culturale, di aggregazione sociale e sportiva ma distribuisce ricchezza nel tessuto commerciale della città».
Il primo passo ufficiale della ‘Coooperativa Porto turistico Viareggio’ di Viareggio sarà domenica prossima, poche ore prima dell’udienza del Tribunale a Lucca. Un’assemblea dei diportisti è convocata alle 9 alla Croce Verde in via Garibaldi e sono invitati anche gli operatori commerciali e turistici, gli alrtigiani, le Pmi e la cittadinanza tutta Sarà chiarito il ruolo della Coop e tutti gli aspetti per i quali la città deve continuare a puntare sulla nautica ‘minore’.