VERSILIA
La necessità di potenziare l’incidenza dello screening per il tumore al colon-retto chiama in causa le farmacie, che rispondono presente. Sia pubbliche che private. Ieri mattina, a Villa Pergher, è stato presentato un nuovo progetto che coinvolge l’Asl Nord-Ovest, la Regione, Cispel e FederFarma per migliore l’accesso alla prevenzione oncologica. Gli screening di questo tipo – oltre a quello del colon-retto, si parla di quello per la mammella e quello per la cervice uterina – comportano benefici enormi sia in termini di salute dei singoli individui, sia di pressione sul sistema sanitario – come ha ricordato l’assessore regionale competente Simone Bezzini – dal momento che consentono di trattare eventuali malattie al loro stadio iniziale. Di che si tratta? In concreto, dal momento che tanti (troppi) utenti tendono a ignorare le lettere in cui si invitano le persone a sottoporsi allo screening, è stato deciso di facilitare le operazioni rendendo reperibili i kit direttamente in farmacia. E già si pensa a un modo per sgravare il cittadino anche della consegna, adottando un sistema di ritiro. L’argomento è serio: il cancro al colon-retto è il tumore più diffuso in Italia. Eppure, a fronte di un’aderenza agli screening che supera il 60 per cento per la mammella e la cervice uterina, appena due utenti su cinque investono nella prevenzione. "Paghiamo un livello informativo e ‘culturale’ deficitario – hanno spiegato il direttore sanitario Giacomo Corsini e il direttore di zona Alessandro Campani –; facilitando l’accesso, speriamo di produrre numeri migliori. La sperimentazione è andata bene, ora estendiamo il progetto". Plaude all’iniziativa l’assessore Bezzini: "Si sta facendo un lavoro di avanguardia ed entro la fine della legislatura contiamo di arrivare a un nuovo modello per lo screening sul sangue occulto. Spesso dimentichiamo l’importanza della prevenzione, arma fondamentale per il contrasto alle patologie oncologiche in cui il tempo è un fattore decisivo".