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Burlamacco e Ondina si affacciano dal palco di piazza Mazzini e sembrano inviare un messaggio di pace
Se non proprio una pace, almeno una tregua il maltempo l’ha concessa. E così l’unico ombrello che (per fortuna) si è visto al corso d’apertura è stato nel gesto sfacciato che il “gerarca“ ai piedi del carro “Per una sana e robusta costituzione“, con la premier Giorgia Meloni infilata dentro ad un paio di pantalonacci alla zuava, di tanto in tanto rivolgeva al pubblico pagante (per conoscere gli incassi si dovrà attendere giovedì, al termine dei rimborsi, si parla di circa 200mila euro, concessi per il rinvio della sfilata). Un gesto (sì, quello dell’ombrello) irriverente ed imprevisto, che fotografa alla perfezione l’arroganza del potere ma anche lo spirito della nostra vecchia festa. Se la papessa di “Sic transit gloria mundi“ l’avesse visto, sicuramente, l’avrebbe benedetto. Noi l’abbiamo fatto, con una sana e robusta, risata.
Perché questo, anche questo, è Carnevale. È uno scossone, una sorpresa. Proprio come quello scoppio di cannone che da sempre l’annuncia. E che quando esplode, nonostante l’attesa di un anno, fa ancora sobbalzare il cuore. Il Carnevale è un attimo, un lampo di genio. Così quando, nel bel mezzo della sfilata, sulle tribune “vip“ di piazza Mazzini è salito il mitico postino de “La grande condottiera“ Maria De Filippi, e ha bussato sulle spalla del sindaco Del Ghingaro con una busta tra le mani, dicendo “Giorgio, c’è posta per te“, per una manciata di secondi abbiamo pensato all’incredibile. Ovvero che a mandare quell’invito fosse stato il presidente della Provincia, e sindaco di Camaiore, Marcello Pierucci, nel tentativo di rasserenare i rapporti istituzionali ormai tesi da tempo. E scrivere un lieto fine: "Maria(lina), puoi aprire la busta".
In fondo “Facciamo la pace“ è lo slogan di questa edizione del Carnevale. "Un messaggio bellissimo – ha detto Angelo Argento, premiato con il Burlamacco alla cultura – perché è un impegno di tutti. Facciamo la pace nelle nostre case, nei nostri comuni, con quelli vicini, nel nostro Paese...". Ma soprattutto nel mondo. Dove sono in corso "Cinquantesei conflitti armati, e sono massacri, devastazioni, tragedie – ha detto Don Luigi Sonnenfeld, a nome del Forum della Pace, intervenendo in piazza Mazzini prima che scoppiasse la festa –. La popolazione civile soffre, rinchiusa in una vita precaria, sperando solo di poter vivere un giorno in più. Per loro, per il futuro, dobbiamo continuare ad invocare il cessate il fuoco".
E questo, Viareggio, lo chiede da sempre. Ieri con l’unica “ bomba“ intelligente, quella di Arnaldo Galli, che esplodeva di vita per seminare solo coriandoli e gioia; oggi con la “tempesta“ dei Lebigre-Roger, che sogna di alzarsi in una danza e di spazzare via tutte le, vere, mostruosità di questo tempo. Anche questo, soprattutto questo, è il nostro Carnevale. È una speranza, di tutti e di cartapesta.