REDAZIONE VIAREGGIO

"Processate Del Ghingaro per diffamazione"

Il Gip respinge la richiesta di archiviazione della querela presentata dall’ex assessore Manfredi, e ordina al Gip di formulare l’imputazione

Si farà il processo al sindaco Giorgio Del Ghingaro per la presunta diffamazione (su Facebook, quindi nota a più persone come prevede l’articolo 595 del Codice penale) contro l’ex assessore Fabrizio Manfredi. Il post al centro della lite risale al 18 febbraio 2020. Due giorni fa il Giudice per le indagini preliminari di Lucca Alessandro Trinci ha depositato nella Cancelleria del Tribunale l’ordine al Pubblico ministero della Procura di Lucca di formulare (entro 10 giorni dalla notifica) l’imputazione contro il sindaco: il Pm infatti aveva accolto la richiesta di archiviazione presentata dal legale di Del Ghingaro, Francesco Lastrucci di Lucca. Ma il difensore dell’ex assessore, l’avvocato viareggino Emilio Soppelsa, aveva fatto opposizione e il Gip ha nordinato di celebrare il processo.

E’ curioso che Fabrizio Manfredi avesse appoggiato Del Ghingaro al tempo della prima candidatura a Viareggio. Poi i rapporti si sono guastati, tanto che al momento della ricandidatura per il secondo mandato Manfredi, in un’intervista a Canale 50 News Versilia, la definì un "intralcio" per la riconquista della città da parte delle forze progressiste. Nell’ordinanza del Gip appare come, il giorno dopo l’intervista, sulla sua pagina Facebook il sindaco scrisse di essere orgoglioso di essere considerato intralcio "da un esponente della vecchia politica viareggina". E inoltre, "intralcio alle basse clientele, ai giochetti, ai favori, al rispetto delle regole, alla scorrettezza amministrativa, alla distruzione dei conti, allo sperpero di denaro pubblico"; e ancora: "alle scorrerie delle bande di delinquenti affamati di poltrone, di incarichi, di piccoli squallidi poteri". Il tutto verso una classe politica di cui il Gip riconosce aver fatto parte Manfredi.

Il Pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione ritenendo che l’autore della diffamazione e la persona offesa non fossero individuabili con certezza, e che le frasi del post fossero espressione della critica politica, secondo il principio della desensibilizzazione del linguaggio nello scontro politico. Ma il Gip di Lucca, dopo l’udienza del 1° giugno scorso, ha sciolto la riserva e ha ritenuto che autore del fatto e vittima siano identificabili: la concatenazione tra intervista tv e post su Facebook, secondo il magistrato, non può riferirsi a persone diverse da Del Ghingaro e Manfredi. Inoltre le parole di Del Ghingaro avrebbero superato il diritto della critica politica.

Fabrizio Manfredi è contento: "Sono molto soddisfatto che il Gip abbia accolto le argomentazioni del mio avvocato e abbia ritenuto che ci fossero gli estremi per un rinvio a giudizio, avendo il sindaco passato la misura tra la polemica politica e la denigrazione calunniosa. Ci sarà il processo e si discuterà, però per me è già una soddisfazione perché Del Ghingaro dovrà venire a difendersi in tribunale". Il legale dell’ex assessore, Emilio Soppelsa, spiega: "L’articolo 595 del Codice penale riguarda la diffamazione, che avviene anche su Facebook. Il Gip ha deciso l’imputazione coatta obbligando il Pm a rinviare il sindaco a giudizio. Attendiamo l’atto, siamo soddisfatti che il Gip abbia riconosciuto la consistenza delle nostre ragioni".

b.n.