Viareggio, 9 marzo 2023 – ”Se posso darvi un consiglio, qualsiasi evento traumatico possa accadervi, prendetevi cura della vostra salute mentale, prendetevi cura delle vostre ferite, perché se non lo farete, saranno le vostre ferite a reclamare il bisogno di essere curate nel modo più brutto possibile". Nell’ultimo sfogo sui social, Fedez ha raccontanto ai suoi follower di aver trascurato la propria salute mentale. Di non aver colto in tempo i segnali di un disagio che, nel suo caso specifico, risale alla diagnosi del tumore al pancreas.
Ma i fattori scatenanti del disagio possono essere molteplici. E gli italiani lo sanno bene: 17 milioni di persone hanno fatto o fanno uso di psicofarmaci. Il nemico numero uno è la depressione: il 7 per cento della popolazione a livello nazionale assume antidepressivi, con una punta del 10 per cento in Toscana. Vengono consumate 44,6 pillole antidepressive al giorno ogni mille abitanti: meno di 10 anni fa, nel 2014, erano ’solo’ 39. L’ansia è un altro compagno di viaggio nella quotidianità di tante persone: ogni giorno, vengono assunte 54 pillole ansiolitiche ogni mille abitanti contro le 40 del 2014. Infine, ci sono gli antipsicotici: 10 pasticche al giorno ogni mille abitanti, con una crescita di 20 punti percentuali in meno di un decennio. E più in generale, secondo i dati dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), nel 2020 sono state prescritte oltre 166 milioni di confezioni di psicofarmaci, con un aumento del 2,6 per cento rispetto all’anno precedente.
A livello europeo, l’Italia è uno dei Paesi in cui si riscontra in misura maggiore un aumento del disagio mentale. Secondo uno studio pubblicato nel 2019 su European Neuropsychopharmacology, il Belpaese è uno degli stati europei con il più alto consumo di antidepressivi e ansiolitici. Si assumono tante medicine, ma si prendono male: il 40 per cento di chi usa antidepressivi non segue la terapia prescritta, oppure lo fa solo saltuariamente. E soprattutto, non "scala" le dosi, diminuendole progressivamente, ma si limita a smettere da un giorno all’altro di assumere i farmaci esponendosi all’"effetto rebound", il "rimbalzo" di cui è stato vittima anche Fedez, che può causare sintomi fisici o psicologici spesso opposti a quelli controllati dal medicinale, che possono protrarsi per settimane, mesi o addirittura anni.
Tra le categorie in cui si registra una forte crescita nell’uso di psicofarmaci ci sono gli adolescenti. Il fenomeno era stato evidenziato già tra 2020 e 2021 come risposta alle paure e al disagio causati dalla pandemia e dal conseguente restringimento delle reti sociali indispensabili alla crescita di ogni adolescente. Quel che è cambiato, oggi, sono le finalità dell’uso di psicofarmaci: secondo le ultime stime del Cnr, un ragazzino su dieci ingerisce pillole a scopo ricreativo. Non aiuta, in questo senso, la facilità con cui si possono reperire psicofarmaci: quattro giovani su dieci li trova direttamente in casa; tre ragazzi su dieci li comprano su internet e un teenager su cinque li acquista in strada da rivenditori che sono a tutti gli effetti degli spacciatori. E anche questo, forse, è uno dei segnali di un disagio che bisogna imparare ad ascoltare, delle ferite da guarire per evitare, come dice Fedez, che vengano a presentare il conto tutto in una volta "nel modo più brutto possibile".
DanMan