
L’opera dello street artist Marco Fine apparsa sulle paratie del cantiere di piazza Cavour
Il bello dell’arte urbana è che si offre a tutti, e arriva come una sorpresa. E in quell’immagine, che d’improvviso colora un angolo spento infrangendo la monotonia di una parete vuota, ognuno può vederci dentro un mondo. Così è accaduto con il murales, a firma di Marco Fine, apparso in queste ore su una paratia di compensato spoglio che circonda i lavori attualmente in corso per il recupero dei loggiati di piazza Cavour.
Racconta proprio di questi giorni, della fine di un Carnevale a Viareggio. E allora Burlamacco, svestito dei suoi abiti, aspetta che il sole di una nuova primavera asciughi la maschera che per un mese l’ha portato a volare tra i coriandoli della fantasia. Il brusco risveglio dopo la sbornia della festa; il ritorno alla realtà dopo il turbinio delle danze; i conti con le faccende, lavatrici comprese, di tutti i giorni. La normalità dopo l’eccezione di febbraio.
E se il carnevalaro, ammainata la Burlamacca, si è riconosciuto proprio nell’espressione malinconica di quel Burlamacco; c’è invece il commerciante del Piazzone che, con umoristico pessimismo, ci ha letto attraverso il futuro di una crisi che attanaglia le vecchie botteghe: "E anche noi – ha commentato a voce alta– di questo passo siamo destinati a restare in mutande". Come quel Burlamacco che mette in piazza in suoi panni.
Per l’autore, Marco Fine, quel gesto artistico è stato invece un’urgenza, così impellente da non poter attendere permessi e concessioni: la necessità di mascherare l’anonimo cantiere che circonda il cuore di Viareggio e di vestirlo di un’idea, di un sentimento, di una riflessione. Anche critica.
Ci ha lavorato alla luce del sole, in un martedì pomeriggio di Grecale. Di fronte ai passanti, ai negozianti, ai residenti, ai chioscai... "Ed è stato bello – racconta Fine – condividere questo lavoro con la mia città"; raccoglierne gli umori, vedere i sorrisi, rispondere alla curiosità mentre l’opera prendeva forma. L’idea "mi è venuta – dice –guardando questo pannellaggio spoglio che chissà per quanto tempo ancora caratterizzerà il centro città, e l’obiettivo era provare a dargli un’identità. Farlo diventare uno spazio libero dove raccontare qualcosa, lasciare dei messaggi". Quello di Marco è dedicato a Viareggio "Che – spiega – ha la grande, immensa, fortuna di avere il suo Carnevale. Ma la spinta culturale e artistica – conclude – non può esaurirsi in un solo mese, e lasciare per il resto dell’anno lo spazio solo alla noia e all’attesa di un nuovo Carnevale".