Quando Viareggio ha resistito. Ottanta anni fa la Liberazione

Lo storico Pocci: "I partigiani si insediarono a villa Rigutti, ove posero la sede operativa completando l’operazione"

Quando Viareggio ha resistito. Ottanta anni fa  la Liberazione

Lo storico Pocci: "I partigiani si insediarono a villa Rigutti, ove posero la sede operativa completando l’operazione"

VIAREGGIO

Da quel sabato 16 settembre 1944 sono passati 80 anni. Una ricorrenza storica che deve fare riflettere sulla tragedia della guerra e sulla follia criminale di chi la scatenò. Servirebbe uno studio completo nelle nostre scuole per cercare di fare capire ai giovani e alle giovani che la guerra è “male assoluto”, “terribile sciagura”, “offesa all’umanità e a Dio” come ha detto Papa Francesco. L’appello è gridato da tutti i pacifisti del mondo, ancor più in questo periodo così travagliato. Viareggio fu colpita gravemente dal secondo conflitto mondiale. La Liberazione iniziò l’11 settembre 1944 con gli Alleati che consolidarono posizioni alla periferia, mentre il 16 insieme ai partigiani presero la città. Gli abitanti poterono tornare a partire dal 4 ottobre successivo (dopo lo sfollamento ordinato il 28 ottobre 1943), però sotto l’incubo dei bombardamenti degli Alleati che miravano alla ferrovia, ai cantieri navali, alle infrastrutture. E con la risposta nazista fatta di cannoneggiamenti da lunga distanza. Purtroppo il costo in vite umane per i viareggini fu terribile, con 180 morti e con 70 invalidi, 150 feriti, 220 vedove, 164 orfani e 250 deportati. Un disastro a cui si aggiunse la distruzione di 870 abitazioni, di 699 case non riparabili e 1286 danneggiate. E inoltre: 137 fabbricati di vario genere colpiti, con le maestranze nelle industrie ridotte a poco meno di 600 unità, rispetto alle oltre 2000 che vi lavorano prima. Ma per avere un quadro puntuale di quei giorni sentiamo lo storico Franco Pocci: "Il 16 settembre ci fu uno scontro tra partigiani della formazione “Garosi” e soldati tedeschi presso la villa Rigutti che sorgeva in via Leonardo da Vinci all’altezza di piazza Santa Caterina da Siena. Ma combattimenti si erano svolti anche il giorno prima come risulta dai documenti decodificati che le autorità americane hanno pubblicato".

Cosa dicono quelle carte?

"All’alba del 15 settembre i Ranger inglesi della 131° e 258/47° LAA , Light Anti-Aircraft Regiment, Royal Artillery, e della 110° e 240° LAA assieme ai partigiani della Tigre Canova entrarono in Viareggio traversando il Burlamacca, dove il soldato inglese Charles Girdler annegò per il peso della radio che trasportava. I Ranger e la Canova ebbero un duro scontro a fuoco con i tedeschi presso il cimitero. Più tardi gli inglesi si attestarono sulla fossa dell’Abate e nel pomeriggio furono rilevati dagli americani del 435° e 434° AAA, American Antiaircraft Artillery. La ricostruzione dei fatti era del professor Giovanni Cipollini di Pietrasanta, confermata da un documento, e cioè la risposta al foglio 19 del 10 settembre 1944 del prefetto di Lucca in cui si chiede una relazione circa la ormai prossima Liberazione della città, e scritta dal sindaco Corrado Ciompi, nominato dal governatore americano".

Quindi solo il giorno 16 si ebbe la definitiva Liberazione, con l’azione dei partigiani?

"Il 16 settembre ci fu l’azione già ricordata in precedenza, con una pattuglia di dieci partigiani della Garosi al comando del commissario politico Sergio Breschi, che si insediarono a villa Rigutti, ove posero la sede operativa completando la Liberazione della nostra città. Con Breschi, c’erano Nestore Cinquini, Vivarello Vettori e altri patrioti. Dell’altra banda partigiana, la Canova, perì Giuseppe Antonini, e rimasero feriti Benvenuto Maffei, Franco Poggesi e Giuseppe Castorani. Questa azione fu l’ultima di una serie che portò alla conquista della città da parte della Task Force 45 alleata, sotto il comando della US Coast Guard, la Guardia Costiera Statunitense, del generale Paul W. Rutledge. La TF45 era composta da reparti americani, britannici e brasiliani per un totale di 7.000 unità".

Quali sono state le fonti della ricerca?

"Con la desecretazione dei documenti “top secret” conservati nei Dipartimenti Federali statunitensi, e la pubblicazione di biografie documentate da parte dei protagonisti dell’epoca come il generale Eduard Almond, comandante della 92esima divisione di fanteria Buffalo e all’acquisizione da parte delle università statunitensi di materiale di semplici soldati, è stato possibile ricostruire un quadro più preciso sulla liberazione di Viareggio".

Walter Strata