REDAZIONE VIAREGGIO

Quella terribile notte d’inferno. Il ricordo choc di Marco Piagentini

La moglie e i due figlioletti di 2 e 4 anni morti bruciati vivi. Poi le sue sofferenze

Quella terribile notte d’inferno. Il ricordo choc di Marco Piagentini

Quella terribile notte d’inferno. Il ricordo choc di Marco Piagentini

Quando è nato “Il mondo che vorrei“, l’associazione che riunisce i familiari delle 32 vittime del disastro ferroviario, "L’obiettivo era arrivare alla fine di questo percorso processuale, poterci guardare indietro con la consapevolezza di aver fatto il possibile per chi non c’è più. E perché potesse guardarci con orgoglio. E io – dice il presidente dell’associazione Marco Piagentini, alla luce della sentenza che condanna tutti i responsabili del disastro ferroviario – dico ai familiari siate orgogliosi. E li ringrazio perché non si sono fermati al dolore del 29 giugno. Perché hanno voluto sapere, studiato, sui manuali e con i consulenti, per capire cosa era accaduto a Viareggio quella notte. Persone normali, che di leggi e di ferrovie non sapevano niente. Che sono andate in aula per 250 volte e con dignità hanno ascoltato in silenzio". "Abbiamo capito dove stava la verità, consapevoli della nostra storia e della strada da percorre. E credo che questo abbia fatto la differenza".

Una battaglia comune, che ognuno dei familiari ha affrontato con la sua storia, con i suoi ricordi, con il suo vuoto. Sentimenti che in quasi 15 anni Marco Piagentini ha protetto, ma che ieri ha voluto raccontare. Senza prendere fiato ha ricordato sua moglie Stefania, "che aveva 40 anni". Di suo figlio Luca, "Che aveva 4 anni ed è stato trovato dai soccorritori sciolto dentro l’auto"; di Lorenzo, "Che se n’è andato da solo in un letto d’ospedale. Aveva 2 anni". Quella notte "Siamo stati spogliati della nostra dignità – ha aggiunto –. Ho perso la mia famiglia senza poterle dire addio. Ho visto le loro foto, le cartelle cliniche. Ho dovuto piegarmi al pensiero che piuttosto che farli soffrire come ho sofferto io era meglio non vederli più". Questa è stata la notte del 29 giugno. E Piagentini ringrazia chiunque sia stato a fianco dei familiari dopo: I corpi dello Stato "che hanno protetto la città dalle cisterne cariche di Gpl", i volontari del soccorso, i medici del “Versilia“ e d’Italia. "I nostri avvocati, la Procura di Lucca, i periti. La Provincia e la Regione, che hanno rappresentato anche Viareggio. Le istituzioni, che hanno affrontato la strage come un impegno civile. I viareggini che ogni 29 giugno hanno tenuto vivo il ricordo. Le associazioni, le Tartarughe Lente che si sono prese cura della Casina dei Ricordi. E i ferrovieri che ci hanno insegnato il valore della partecipazione".

mdc