Pietrasanta, 7 maggio 2018 - Ignobile, irrispettoso, sacrilego. Ci sono tanti modi per descrivere l’ennesimo furto compiuto di notte al cimitero comunale, lungo la Sarzanese. I ladri non solo hanno trafugato due grossi leoni in marmo da una cappellina storica, ma visto il peso delle opere hanno preso un escavatore meccanico e sono passati sopra una tomba, distruggendola. E allo sconcerto si somma ora la rabbia perché la cappellina della famiglia Pelliccia, che costeggia la Sarzanese e ha secoli di storia, era già stata razziata una dozzina di anni fa. «Nonostante le promesse fatte all’epoca dal Comune – si sfogano i familiari – non sono mai state messe le telecamere né il servizio antifurto né tanto meno istituita la sorveglianza. Per questo stiamo valutando di procedere con un’eventuale azione legale: vogliamo capire se l’ente è in qualche modo responsabile di questo secondo episodio».
Già il primo era stato devastante, in quanto i ladri sradicarono due leoni in marmo realizzati 400 anni fa e spaccarono le scale e gli ingressi, con la facciata della cappellina, costruita in stile gotico, che rischiò di crollare. Il nuovo raid risale a martedì notte e ha visto intervenire sul posto la scientifica della polizia del commissariato di Forte dei Marmi e la polizia municipale. «Questo è un cimitero di pregio artistico – proseguono i Pelliccia – con reperti che hanno diversi secoli di storica. La città ha il dovere di tutelare un patrimonio del genere. Per una questione di principio: è grave il furto, è grave il contesto in cui è avvenuto, di grande valore affettivo, ed è grave che il Comune in tutti questi anni non abbia saputo mantenere le promesse fatte. Questi raid non avrebbero mai dovuto ripetersi».
I Pelliccia, che hanno annunciato l’intenzione di sporgere stamattina alle forze dell’ordine denuncia per l’episodio, rivolgono un pensiero anche a chi ha subìto la distruzione della tomba del proprio caro. «I due leoni della nostra cappellina sono a grandezza naturale e pesano circa venti quintali l’uno – spiegano – e i ladri hanno preso quindi un muletto, vista la presenza di un cantiere all’interno del cimitero. Trovandosi però a una decina di metri dalla cappellina, sono passati sopra alcune tombe, distruggendone una e danneggiandone altre».
«Più che il risarcimento – concludono – ci interessa l’oltraggio commesso nei confronti dei nostri cari e di quelli di altri nostri concittadini. Trattandosi di opere d’arte, chi può dirci se si tratti o meno di furti su commissione? Sporgeremo denuncia e sentiremo il nostro legale per capire fin dove arrivi la responsabilità del Comune».
Daniele Masseglia