Recitare come fonte di benessere. Il nuovo centro di Policardia Teatro

Partirà da ottobre il percorso di formazione che pone al centro le arti performative e la cura dell’artista

Recitare come fonte di benessere. Il nuovo centro di Policardia Teatro

Il nuovo centro della Policardia Teatro partirà ad ottobre (Foto di Andrea Aquilante)

Come uno stormo di uccelli che, insieme, guidati da un’upupa, volano verso una meta sorprendente ed inaspettata, alla ricerca di quel luogo dove il Simurgh, il loro re, nella mitologia persiana, vive. Come quegli uccelli che, superate difficoltà e prove, arriveranno in quel luogo, dominato non da un vero “Simurgh“ ma da uno specchio in cui è il loro riflesso a dominare, scoprendo che quel signore, che li guidava, alla fine, erano proprio loro stessi. Così, come un gruppo unito, alla ricerca di sé, della propria interiorità e del proprio benessere, è la Policardia Teatro, compagnia e centro di creazione, diretto e creato nel 1994 a Viareggio da Andrea Elodie Moretti. E che, dopo dieci anni di formazione, con gli attori di Peter Brook, drammaturgo inglese che ha scritto la storia del teatro del ’900, che venivano in Italia per insegnare agli allievi, avvia un nuovo progetto, una nuova sfida, con il Centro di esplorazione per artisti e performers, come luogo di benessere a vocazione culturale e spirituale, "necessario per le contingenze del mondo nettamente cambiate, in cui non serve più soltanto uno spettacolo teatrale, ma che gli attori crescano come persone e veicolino argomenti e messaggi più importanti di quelli che banalmente il teatro consegna sempre al pubblico", racconta lo stesso Moretti. Un centro, novità assoluta in Europa, dalla durata triennale, che si terrà a Lammari, e partirà dal 5 ottobre con incontri di due fine settimana al mese fino a maggio, per cui è possibile contattare, se interessati, il 3385882068, con maestri del calibro, tra gli altri, di Mamadou Dioume e Guidalberto Bormolini, che mette al centro proprio il benessere degli stessi artisti,con lezioni, oltre che di recitazione, anche di danza, yoga, meditazione e arti marziali, in un percorso di riflessione ed introspezione "per imparare a raccontare il mondo, non solo interpretando personaggi, ma conoscendo e scoprendo se stessi - continua Moretti - E per portare, in questi tre anni, performance che siano, sì, spettacoli, ma anche veicoli di analisi culturale, sociale. Che diano uno sguardo su ciò che sfida, mette in pericolo, il nostro mondo e le nostre democrazie".

gp