Politeama, dal greco, significa spettacoli plurimi e variegati. Infatti il teatro tra piazza Pea e il molo ha ospitato di tutto: stagioni di prosa, proiezioni cinematografiche, qualche opera lirica d’inverno, canzonette del Carnevale. Da fine ottobre 2018 non c’è più nulla, solo mura cadenti e polvere. L’ex gestore Vittorio Scarpellini mollò tutto perché i canoni dei manufatti incamerati dal Demanio erano insostenibili: erano arrivati a 250 mila euro l’anno. Periodicamente, il fantasma del Politeama torna all’attenzione della politica.
Paolo Annale del "Comitato salviamo il Politeama" ha scritto al direttore dell’Agenzia del Demanio Toscana-Umbria per sollecitare l’acquisizione del teatro al patrimonio comunale: "Ci rivolgiamo a lei perché possa farsi parte diligente nei confronti dell’Amministrazione comunale affinché si giunga il più rapidamente possibile ad una soluzione positiva della vicenda, sottraendo così un bene pubblico al degrado nel quale oggi versa".
Annale sintetizza le fasi del declino del Politeama: la chiusura fece aggregare il movimento d’opinione denominato "Salviamo il Politeama"; successivamente il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, con decreto n. 312021, ha sottoposto l’edificio a vincolo ex articolo 10, comma 1, del D.Lgs. 4204 (Annale non lo dice, ma il vincolo fu richiesto e ottenuto dal dirigente della Lega Massimiliano Baldini). Il vincolo pose fine alle ipotesi della ristrutturazione del teatro con la realizzazione di una sala spettacoli più piccola, e nelle restanti volumetrie di un centro commerciale che avrebbe finanziato la sala stessa.
"Quindi – prosegue l’esponente del Comitato – è emersa la possibilità che il Comune, tramite il federalismo demaniale, potesse acquisire gratuitamente il fabbricato al proprio patrimonio, previa presentazione di uno specifico programma di valorizzazione. Tale procedimento è stato avviato con deliberazione di giunta n. 40521". Sono seguiti l’incarico di un progetto di valorizzazione a una società di Milano, e varie richieste di informazioni al sindaco.
Viene citata anche l’intervista che Giorgio Del Ghingaro rilaciò a "La Nazione" sulla questione Politeama. In essa il sindaco fece il punto della situazione: immobile deteriorato, rischio sismico, e costo di adeguamento sui 12 milioni; oltre a una spesa di un milione l’anno per la gestione. "Chiederemo che sia il consiglio comunale ad esprimersi sul futuro dell’immobile: se valga la pena accollarsi quei milioni, oppure no", disse Del Ghingaro annunciando l’ipotesi di riprendere il Teatro Eden dai concessionari che lo avevano restituito al Comune, e farvi il nuovo teatro comunale. Poi però la pratica in consiglio comunale non c’è mai arrivata.
"Rimangono del tutto sconosciute – conclude la lettera del Comitato – le intenzioni dell’Amministrazione per restituire alla città un luogo identitario, di alto profilo storico-culturale, e al contempo garantire la possibilità di disporre di un teatro degno di tale nome. E la cosa è ancora più grave se si pensa che il trascorrere del tempo non può che aggravare le condizioni della struttura ormai in disuso da cinque anni". Quanto al degrado, vale la pena anche ricordare che quando crollarono i calcinacci dell’ingresso, il Comune dovette fare causa al Demanio perché, proprietario del bene, si facesse carico della messa in sicurezza. Ora siamo alle porte coi sassi: dove si faranno le manifestazioni liriche del centenario pucciniano, a partire dal concerto di Capodanno?