Ristoranti come lavatrici per il riciclaggio

Sgominata una banda: avevano rilevato anche le quote della società Troppo Forte titolare di Palapa

Riciclaggio di denaro in ristoranti. Un giro vorticoso che ha interessato locali a Firenze ma che avrebbe coinvolto anche la società del Palapa a Forte dei Marmi, il punto di ritrovo in centro chiuso ormai da qualche mese. Nella rete sono finiti nove indagati, tra cui l’ex portiere di Fiorentina e Napoli Giuseppe Taglialatela, 55 anni, ora presidente dell’Ischia calcio e Alessandro Bigi, fiorentino di 49 anni, ritenuto una delle menti, otto ristoranti nel centro storico di Firenze perquisiti. L’inchiesta della direzione distrettuale antimafia, in collaborazione con la Spak anticorruzione albanese, è per associazione per delinquere (non per Taglialatela), autoriciclaggio e appropriazione indebita: secondo l’accusa i ristoranti sarebbero finiti in mano ad una compagine albanese che li utilizzava come cassaforte per fare nero da reinvestire nell’acquisto di altri locali. In tutto gli inquirenti ritengono che il gruppo sia riuscito ad acquistare dal 2012 ad oggi ben 31 ristoranti, la maggior parte nel centro di Firenze, 2 alberghi, attività di noleggio auto e di produzione di birra per 13 milioni e mezzo di euro.

Secondo la ricostruzione accusatoria Eluert Kamami, amministratore di società a cui fanno capo molti ristoranti fiorentini, assieme a Bigi avrebbe costituito un’associazione per delinquere a Firenze fornendo i luoghi dove accumulare le somme distratte via via da ristoranti e B&b, facendo uscire in nero denaro contante dalle attività. Ma i capi dell’organizzazione _ Kamami e Bigi secondo gli inquirenti - acquistavano anche beni di lusso personali: 3 Ferrari, gioielli, lingotti d’oro e diamanti. I contanti in nero sarebbero serviti per acquistare nell’aprile-maggio 2023 il ristorante la Vetreria a Firenze (905mila euro), nel giugno del 2023 una Ferrari (137mila euro in nero), nel maggio 2024 il ristorante fiorentino il Museo della Bistecca. Anche l’Osteria San Fiorenzo, lo Spuntino di Pesce, il Caffè della Galleria e Borgo Saccardi a Bagno a Ripoli e tanti altri sarebbero stati acquistati facendo ricorso alla cassaforte di contanti dalla galassia di società amministrate da Kamami e Bigi. Con le stesse modalità avrebbero comprato il 50% delle quote dell’Hotel Ferdinando II De’ Medici.

In Versilia Kamami e Bigi avrebbero preso le quote della società Troppo Forte titolare del ristorante Palapa, il locale che nel 2021 ha aperto in piazza Marconi e nel marzo scorso ha chiuso definitivamente i battenti. Soldi contanti anche per rilevare tra il dicembre 2023 e il maggio 2024 il 50 per cento delle quote dell’Ischia Calcio al prezzo formale di qualcosa come 9mila euro, consegnando invece 100mila a Taglialatela, legale rappresentante della società.

Francesca Navari